“La notizia dell’arresto, dell’isolamento e del rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala evidenzia ancora una volta la realtà che giornalisti, reporter e professionisti dei media in Iran sono costantemente sotto pressione e a rischio di arresto, reclusione e tortura”. Così la vincitrice del premio Nobel per la pace 2023, Narges Mohammadi, imprigionata dal novembre 2021 e provvisoriamente rilasciata lo scorso mese per motivi di salute, ha commentato all’agenzia di stampa Adnkronos la notizia della scarcerazione della cronista, attesa oggi in Italia dopo essere stata rinchiusa per 20 giorni a Evin, la stessa prigione in cui è stata detenuta per anni l’attivista iraniana.
“Ciò evidenzia come il regime religioso autoritario metta a repentaglio la libertà di espressione”, ha spiegato Mohammadi all’Adnkronos tramite il marito scrittore Taghi Rahmani, secondo cui l’arresto di cittadini stranieri in Iran è “un metodo usato ripetutamente dal regime quando vuole ottenere il rilascio dei loro prigionieri”. “È la loro forma di diplomazia”, ha rimarcato il giornalista iraniano. Nel caso di Cecilia Sala, secondo Rahmani, le autorità di Teheran puntavano a “scambiare la giovane giornalista con il loro prigioniero in Italia, il signor Abedini”. “È così che funziona il loro sistema”, ha sottolineato.
“Tenere in ostaggio un cittadino straniero va contro il diritto internazionale dei diritti umani, eppure questo continua a verificarsi in Iran”, ha proseguito il marito di Narges Mohammadi. “Quando qualcuno viene arrestato, dovrebbe essere sottoposto a un giusto processo ma il regime iraniano ignora i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale”.
La giornalista 29enne Cecilia Sala, detenuta dal 19 dicembre 2024 all’8 gennaio 2025 in Iran perché accusata di aver violato la legge islamica, è stata reclusa in regime di isolamento nel carcere di Evin, che ospita anche attivisti, oppositori e detenuti politici condannati dalle autorità della Repubblica islamica. Nello stesso carcere è stata rinchiusa dal novembre 2021 anche la 52enne Narges Mohammadi, che soffre di problemi cardiaci e di una grave complicazione alle coronarie, motivo per cui è stata scarcerata per 21 giorni lo scorso mese, al termine dei quali dovrà tornare in cella.