Il leader della destra populista, Jair Bolsonaro, ha prestato giuramento davanti al Congresso di Brasilia e sarà presidente del Brasile per i prossimi quattro anni.
Due mesi dopo aver vinto la presidenza brasiliana con il 55 per cento dei voti al ballottaggio, contro il candidato di sinistra, Bolsonaro ha ufficializzato il suo titolo. La cerimonia di inaugurazione si è tenuta nella capitale, proprio per l’inizio dell’anno 2019.
Il leader di estrema destra, neo eletto presidente, è stato salutato dalla folla mentre raggiungeva il Congresso a bordo di una Rolls Royce cabrio. Nel suo discorso di insediamento ha dichiarato: “Libererò il Paese dai retaggi ideologici e dalla corruzione”.
In un breve video diffuso su Twitter poco prima della cerimonia, Bolsonaro ha chiesto l’appoggio dei suoi connazionali per “Cambiare il destino del Paese”.
Nel grande giorno di insediamento i giornalisti si sono lamentati per come sono stati trattati per la copertura dell’evento. La capitale è rimasta blindata per l’intera giornata: la sicurezza, anche aerea, rinforzata, pur in assenza di minacce.
Alla fine si è trattato di un momento per pochi intimi, almeno nel settore degli ospiti stranieri. Di tutti i potenti del mondo che si erano complimentati dell’elezione a presidente del Brasile di Jair Messias Bolsonaro, per l’insediamento non ce ne è nessuno, o quasi, presente. Confermati solo i premier ungherese Viktor Orban, che teorizza la democrazia illiberale, e israeliano Benjamin Netanyahu, sempre che l’accelerazione elettorale nel suo Paese, dove si voterà ad aprile e non a novembre.
I grandi assenti – Non è chiaro se a generare il fuggi fuggi di ospiti illustri siano state più le prese di posizione ripetute e imbarazzanti del neo-eletto presidente, che continua ad esprimere propositi terrificanti – l’ultimo è l’annuncio del porto d’armi libero per tutti i cittadini senza precedenti penali oppure la data dell’insediamento.
L’assenza che più balza agli occhi è quella del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che, però, non aveva mai detto che ci sarebbe stato e che sarà rappresentato dal segretario di Stato Mike Pompeo, che coglierà l’occasione per fare diplomazia di circostanza e vedrà, in particolare, Netanyahu.
Dall’Italia, non è stato presente Matteo Salvini, che pure tifava Bolsonaro e che lo ha ostentatamente ringraziato per essere favorevole all’estradizione del terrorrista omicida Cesare Battisti: Salvini voleva volare in Brasile per portarsi a casa Battisti, ma ci ha ripensato dopo avere saputo che il pluri-condannato s‘è reso irreperibile, prima dell’arresto. Al posto del vice-premier, un suo luogotenente, il ministro dell’Agricoltura e del Turismo Gian Marco Centinaio, leghista.
La situazione politica – In questo Paese, due dei tre ultimi presidenti, Luis Inacio Lula da Silva e Dilma Rousseff, sono nei guai per corruzione: il primo sconta una pena in carcere, la seconda è stata destituita ed è tuttora sotto inchiesta: E il presidente uscente, Michel Temer, teme di essere arrestato una volta lasciato l’incarico.
Fonti del Palazzo di Planalto, sede del governo a Brasilia, esprimono “preoccupazione” per la situazione di Temer, su cui si indaga per “corruzione attiva e passiva e riciclaggio” e per “presunte tangenti”. Alcuni casi sono attualmente bloccati, ma saranno riaperti quando Temer non avrà più l’immunità presidenziale: c’è chi gli consiglia di lasciare il Paese e d’accettare un incarico di docente all’Università di Coimbra in Portogallo.
Bolsonaro s’è messo in squadra il giudice Sergio Moro, il grande inquisitore del presidente Lula e dei partiti politici nell’inchiesta LavaJato, facendone una sorta di super-ministro della Giustizia e ‘zar anti-corruzione’. Moro, che accettando l’offerta ha fortemente intaccato il suo prestigio ‘super partes’, deve ora gestire la vicenda dell’ex poliziotto, poi tuttofare di Flavio Bolsonaro e ora uomo d’affari Fabricio Queiroz, sospettato di malversazioni finanziarie. Queiroz s’è fatto intervistare da una tv amica, scusandosi con i Bolsonaro e promettendo che chiarirà tutto; ma non s’è presentato davanti ai giudici, adducendo motivi di salute.
Chi è Bolsonaro – Jair Bolsonaro, è stato soprannominato il Trump brasiliano. Il neo presidente del Brasile, eletto ad ottobre, del Partito Social Liberale (Psl, estrema destra), è un veterano della politica brasiliana, considerato come un ribelle populista contro l’establishment, sul modello di Donald Trump, per il quale ha più volte espresso la sua ammirazione.
Ex capitano dell’esercito, Bolsonaro (63 anni) ha infatti completato sei mandati consecutivi come deputato federale eletto a Rio de Janeiro, cambiando otto volte partito fino ad atterrare nel Psl, con il quale è diventato nel 2014 il deputato che ha raccolto più voti nello stato. Considerato negli anni un personaggio minore, quasi folkloristico, del paesaggio politico brasiliano, Bolsonaro era noto soprattutto per le sue sparatecontro le donne, i gay e i neri, e a favore del pugno duro contro i criminali, il porto d’armi e la dittatura militare che ha governato il paese dal 1964 al 1985.
Il suo annunciato successo elettorale è attribuito dagli analisti al modo diretto, e per molti primitivo e brutale, con cui affronta i grandi problemi del Brasile: la corruzione politica, la violenza criminale e la crisi economica. In materia economica, ha messo in sordina le sue tradizionali posizioni nazionaliste e protezioniste, assumendo un tono più liberale,
anche grazie alla scelta come consigliere di Paulo Guedes – un economista formato alla scuola di Chicago – che lo ha reso più attraente per gli operatori del mercato.
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