Il cessate il fuoco entrato in vigore venerdì 30 dicembre in Siria tra i ribelli e l’esercito governativo sembra reggere, nonostante due ore dopo l’inizio della tregua l’Osservatorio siriano per i diritti umani abbia riportato sporadici scontri.
Secondo l’ufficio di monitoraggio, i ribelli hanno violato la tregua e conquistato una posizione nella provincia di Hama. Un gruppo ribelle accusa invece il governo di aver bombardato le aree dei villaggi di Atshan e Skeik nella provincia di Idlib.
L’accordo è stato firmato dal governo siriano e dalle forze d’opposizione; fautori e garanti dell’intesa Russia, Turchia e Iran. Non sono inclusi invece nel cessate il fuoco le milizie curde dell’Ypg e il sedicente Stato islamico.
Se la tregua terrà, il prossimo mese è previsto l’inizio di colloqui di pace in Kazakistan.
Dall’inizio della guerra civile nel marzo del 2011 scoppiata in seguito alle proteste per rimuovere il regime del presidente Bashar al-Assad sono morte almeno 300mila persone.
Quattro milioni di siriani sono fuggiti negli stati confinanti o hanno cercato ospitalità in Europa.
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