Le conseguenze della Brexit, ovvero la scelta da parte del
Regno Unito di lasciare l’Unione europea dopo i risultati del referendum del 23
giugno, sono ancora per molti versi ignote, visto che si tratta della prima
volta che un paese decide effettivamente di staccarsene.
Uno dei possibili rischi è però quello che alcuni stanno
paventando in queste ore, ovvero la fine dell’utilizzo della lingua inglese
come lingua franca ufficiale delle istituzioni europee.
Anche se l’Unione europea ha 24 lingue ufficiali, le lingue
effettivamente parlate per quanto riguarda le comunicazioni comuni sono l’inglese,
il tedesco e il francese, come esemplificato dagli interventi del presidente
della Commissione europea, che solitamente si esprime in tutte e tre le lingue
citate.
L’europarlamentare polacca Danuta Hübner, capo del Comitato
per gli affari costituzionali del Parlamento europeo, ha avvertito lunedì 27
giugno che l’inglese non potrà essere più considerata lingua ufficiale perché
ogni nazione ha diritto di dichiarare una propria lingua, e Irlanda e Malta –
ovvero gli altri due stati che parlano inglese – hanno scelto il gaelico e il maltese.
È anche però vero che quando l’Irlanda e Malta hanno
aderito all’Ue, l’inglese era già una lingua ufficiale, ed è questo il motivo
per cui i due paesi hanno chiesto di aggiungere alla lista lingue secondarie
come gaelico e maltese.
Un segnale dei cambiamenti in atto sembra essere venuto per esempio dal fatto che venerdì e
durante lo scorso fine settimana, il presidente della Commissione europea
Jean-Claude Juncker ha rilasciato dichiarazioni e interviste solo in tedesco,
una scelta da molti vista come intenzionale.
Queste scelte potranno influire anche sui giornalisti di
stanza a Bruxelles: Pablo Rodriguez, corrispondente del quotidiano spagnolo El Mundo, ha infatti dichiarato: “L’ottanta
per cento dei corrispondenti qui avrà molto più problemi a capire i dettagli
delle dichiarazioni”.
Secondo l’europarlamentare Hübner, per far sì che l’inglese
rimanga usato come lingua ufficiale, sarà necessario che il regolamento che elenca
le lingue dell’Unione europea venga modificato all’unanimità dagli altri paesi,
altrimenti senza Regno Unito non ci sarà nemmeno l’inglese.