Lunedì 18 giugno un traghetto con a bordo quasi 200 persone è affondato nel lago Toba, nella provincia di Sumatra, nel nord dell’Indonesia.
Il bilancio temporaneo è di tre morti e almeno 190 dispersi.
Giovedì 21 giugno il comandante dell’imbarcazione è stato arrestato dalla polizia indonesiana. Gli agenti hanno riferito che devono ancora interrogarlo perché l’uomo è sotto shock.
All’inizio sono state recuperati 18 sopravvissuti dalle acque del lago Toba, una popolare destinazione turistica e uno dei laghi più profondi al mondo.
Il traghetto coinvolto nell’incidente poteva trasportare al massimo 60 persone, ma si pensa che nel momento del naufragio a bordo ci fossero almeno 193 persone, inclusi bambini.
Molte delle vittime potrebbero essere rimaste intrappolate nel traghetto.
A fornire le generalità dei passeggeri del traghetto sono stati i parenti, non essendoci una lista ufficiale delle persone che erano sul mezzo. Il numero dei passeggeri dunque è ancora incerto.
Secondo quanto raccontato da un superstite, intervistato da un’emittente televisiva indonesiana, il traghetto è finito in balia di onde alte e si è scontrato con un’altra imbarcazione prima di affondare.
I soccorritori hanno dovuto lavorare per recuperare i passeggeri in condizioni particolarmente difficili a causa della pioggia e del forte vento.
Incidenti di questo tipo non sono una novità in Indonesia e i rischi che si verifichino casi simili aumentano dopo la fine del mese di digiuno del ramadan, quando milioni di persone decidono di mettersi in viaggio per tornare nelle loro città di origine.
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