Una ragazzina indiana di 12 anni con problemi all’udito è stata violentata per più di sette mesi da almeno ventidue persone.
Secondo quanto riporta il Times of India, il branco ha drogato, violentato e ripreso la vittima durante gli stupri. Filmanti che sono stati poi utilizzati per ricattare la giovane: se lei avesse parlato con qualcuno di questa disgustosa storia, gli aguzzino avrebbero diffuso tutto il materiale video su internet e non solo.
Sul caso è – ovviamente – intervenuta la polizia indiana che ha arrestato diciotto dei sospettati e sta dando la caccia agli altri quattro, al momento latitanti.
Gli stupratori, che lavoravano come operai e guardie di sicurezza in un complesso di appartamenti nella città di Chennai, prima delle violenze – secondo quanto riporta il quotidiano indiano – sedavano l’adolescente con iniezioni, soft drink e con una polvere che le facevano inalare a forza.
Le indagini della polizia sono ancora in corso e non è escluso che gli indagati aumentino. Una bruttissima storia che i genitori della ragazzina non hanno minimamente intuito.
Nessun sospetto neanche sul fatto che la giovane spesso rientrasse molto tardi da scuola.
Una vicenda che sta facendo molto rumore in India. Paese in cui però le violenze sulle donne sono quasi all’ordine del giorno.
L’India ha introdotto la pena di morte per chi stupra un bambino
Il governo indiano ha approvato l’introduzione della pena di morte per i colpevoli di violenza sessuale minorile.
La modifica al codice penale del paese si applica ai condannati per stupro di un bambino di età inferiore ai 12 anni.
Ci sono state proteste a livello nazionale nelle ultime settimane per lo stupro di gruppo e l’omicidio di una bambina di otto anni.
Questo episodio sta accrescendo la tensione tra musulmani e induisti. La violenza risale al gennaio 2018, ma il caso è tornato alla ribalta all’inizio di aprile dopo che otto uomini sono stati arrestati perché ritenuti responsabili del delitto.
La bambina, Asifa Bano, faceva parte della tribà nomade musulmana dei Bakarwal, mentre le persone finite in manette sono membri della comunità indù.
Tra le persone accusate dell’omicidio e dello stupro ci sono un funzionario governativo in pensione, quattro agenti di polizia e un minorenne.
Il governo è stato messo sotto accusa per non aver fatto abbastanza per prevenire i casi di violenza sessuale, molti dei quali riguardano bambini.
Una serie di gravi crimini in India prevedono la pena di morte, ma lo stupro dei bambini non era tra questi fino ad ora.
Quasi 19mila casi sono stati registrati in India nel 2016, più di 50 ogni giorno. L’ordine esecutivo è stato approvato in una riunione ministeriale speciale presieduta dal primo ministro Narendra Modi.
La nuova disposizione prevede la pena capitale per chiunque sia condannato per lo stupro di bambini di età inferiore ai 12 anni.
Sono inoltre state innalzate le pene detentive minime per stupro ai danni di ragazze di età inferiore a 16 anni.
La rabbia nel paese sta crescendo anche dopo che un membro del governo Bharatiya Janata Party (BJP) è stato accusato dello stupro di una ragazza di 16 anni nello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh.
La scarsa esperienza dell’India nel trattare con la violenza sessuale è venuta alla ribalta dopo un caso di stupro di gruppo del 2012 e l’omicidio di uno studente su un autobus di Delhi. Ciò ha portato a enormi proteste e modifiche alle leggi sullo stupro del paese.
La pena di morte è raramente utilizzata in India e negli ultimi 10 anni si sono verificate solo 3 esecuzioni.
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