Si aggrava il bilancio delle vittime delle inondazioni monsoniche che hanno colpito lo Stato meridionale del Kerala, in India. Secondo quanto riferito da Afp, con il ritirarsi delle acque, seguito a un lieve miglioramento delle condizioni meteo, sono stati ritrovati nuovi corpi, che hanno portato il numero totale dei morti a oltre 400.
Oltre un milione di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni e a rifugiarsi in affollati campi di soccorso. A riferirlo è stato un portavoce del governo, precisando che 1.028.000 milioni di persone si sono registrate nei circa 3.200 accampamenti allestiti in tutto lo Stato.
L’esatta entità dei danni per ora è difficile da calcolare e un’idea chiara si potrà avere solo quando le acque si saranno totalmente ritirate. Secondo il premier locale Pinarayi Vijayan almeno 83 mila chilometri di strade sono stati devastati e sarebbero andate distrutte circa 20mila case e 40mila ettari di campi coltivati.
Si tratta della peggiore inondazione finora registrata in quasi un secolo: l’intensità delle piogge è stata superiore al normale del 250 per cento.
Lunedì 20 agosto il premier indiano, Narendra Modi, aveva sorvolato le aree più colpite, promettendo un aiuto alle famiglie di 56 milioni di sterline.
“Il paese è vicino al Kerala in queste ore difficili”, ha scritto su Twitter Modi.
My thoughts are with the families of those who have lost their lives due to incessant flooding across Kerala. I hope the injured recover at the earliest.
We all pray for the safety and wellbeing of the people of Kerala. https://t.co/vLZ2GjazGH
— Narendra Modi (@narendramodi) August 18, 2018
I soccorritori hanno dovuto combattere contro le piogge torrenziali per salvare i residenti. Per far fronte all’emergenza e riuscire a prestare i soccorsi necessari, il governo ha schierato centinaia di militari, oltre a elicotteri e scialuppe di salvataggio e ha esortato le persone a non ignorare gli ordini di evacuazione e a lasciare le proprie case.
Secondo fonti ufficiali, la maggior parte delle vittime è morta schiacciata sotto i detriti causati dalle numerosi frane che hanno interessato il paese.
L’aeroporto principale dello Stato del Kerala è stato chiuso a causa delle precipitazioni fino al 26 agosto ed è stato diramato un allarme rosso in tutta la regione.
“Stiamo assistendo a qualcosa che non è mai successo prima nella storia del Kerala”, aveva detto ai giornalisti locali il primo ministro Pinarayi Vijayan. “Quasi tutte le dighe sono fuori uso. La maggior parte dei nostri impianti di trattamento delle acque sono sommersi”.
Anche alcune zone della capitale commerciale del Kerala, Kochi, sono state sommerse dall’acqua, danneggiando strade e ferrovie che attraversano lo Stato causando danni e disagi alla circolazione.
Le scuole dei 14 distretti del Kerala sono state chiuse e in alcuni distretti i turisti sono stati invitati a lasciare la zona per la loro sicurezza.
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