Cinque uomini sono stati linciati dalla folla nello stato occidentale del Maharashtra, in India, a causa delle false voci su rapimenti di bambini che si stanno diffondendo da tempo su WhatsApp.
Dodici persone sono state arrestate per le uccisioni, avvenute domenica 30 giugno. Le vittime appartenevano a una comunità nomade e stavano passando attraverso il villaggio, ha riferito la polizia.
La situazione nel villaggio rimane tesa e sono state schierate altre forze di polizia.
Secondo quanto riportato dalla BBC, uno dei cinque uomini si era messo a parlare con una ragazza; la cosa ha insospettito alcuni abitanti del villaggio che si sono avvicinati ai nomadi per fargli delle domande.
“Dal momento che gli abitanti del villaggio non erano soddisfatti delle loro risposte, hanno iniziato a picchiarli con bastoni di bambù e pietre”, ha detto un alto funzionario della polizia.
Le voci sulla pericolosità di persone che parlano con adolescenti si sono diffuse nel villaggio attraverso WhatsApp, come in molte altre parti dell’India.
Lo scorso 12 giugno, 16 persone sono state arrestate in India per aver preso parte all’uccisione di due uomini, accusati via WhatsApp di essere dei rapitori di bambini.
Da qualche tempo il paese asiatico è “vittima” di un’isteria social: messaggi WhatsApp su alcuni rapitori di bambini, molte volte non veritieri, che spingono la gente comune a farsi giustizia da sola.
I due uomini uccisi a giugno si erano fermati a chiedere indicazioni nello Stato del Nord-Est dell’Assam.
Dopo la domanda i due sono stati assaliti da una folla che li ha linciati pensando che si trattasse di due rapitori di bambini come da annuncio diffuso su WhatsApp.
Non si tratta del primo caso, le voci di sequestri di bambini si stanno diffondendo in tutta l’India e hanno già portato alla morte di altre sette persone nel mese scorso.
Un fenomeno difficile da fermare. La polizia infatti sta faticando e non poco nello smascherare e fermare i messaggi fasulli diffusi sui social media.
Le due ultime vittime sono state identificate come Nilotpal Das, un ingegnere del suono, e Abijeet Nath, un informatico. Entrambi residenti a Guwahati, la più grande città dell’Assam.
La scena è stata inoltre ripresa da qualche cellulare e pubblicata su internet. In un video, diventato virale, si nota uno dei due uomini che implora per la sua vita.
Un fenomeno assurdo contro cui domenica scorsa studenti e attivisti hanno protestato riempiendo le strade di Guwahati.
Ma cosa sta alimentando questa follia? Diverse persone hanno citato un video virale su WhatsApp che mostra un bambino rapito. In particolare si notato due uomini su una moto che si avvicinano a un gruppo di bambini e ne afferrano uno portandoselo via con loro.
Un video che però è fasullo. Un fake. O meglio si tratta di uno spot per la sicurezza dei bambini del Pakistan modificato da qualcuno. Manca infatti l’ultima parte in cui si vede uno dei due uomini con un cartello in mano e lo slogan dello spot.
A peggiorare la situazione è stata poi la diffusione delle immagini fasulle su alcuni canali dei media regionali. Il video ha così preso credibilità tra la popolazione e creato ulteriori danni.
Intanto la polizia indiana sta cercando di fermare il fenomeno, ma – per ora – con poco successo. “Quando le voci cominciano a circolare sui social media, ci vuole del tempo per fermarle completamente”, ha detto il funzionario della polizia Assam Mukesh Agarwal al Dilig Kumar Sharma della BBC Hindi.
Oltre a portare avanti le indagini, la polizia nella città meridionale di Hyderabad il mese scorso ha marciato al fianco dei residenti con gli altoparlanti al grido: “Non credete alle voci”.