Dieci milioni di persone di Nuova Delhi sono rimaste senz’acqua a causa dei danni provocati da manifestanti della casta rurale Jat agli impianti idrici che forniscono l’acqua alla metropoli di oltre 20 milioni di abitanti.
L’esercito indiano è intervenuto per riprendere il controllo del canale idrico e per sedare le proteste dei manifestanti della casta, che chiedono al governo l’accesso ai posti di lavoro riservati alle caste più svantaggiate.
Centinaia di taniche d’acqua sono state distribuite ai cittadini, ma le scuole sono rimaste chiuse. Ci vorranno almeno tre o quattro giorni per riportare la situazione alla normalità.
Durante le proteste sedici persone sono rimaste uccise e centinaia ferite. L’esercito ha aperto il fuoco sui manifestanti nei distretti di Rohtak e Jhajjar.
Le violenze hanno costretto alla chiusura di strade e autostrade e hanno paralizzato il sistema ferroviario nel nord del paese.
La casta di Jat è formata da proprietari terrieri relativamente benestanti ed è tradizionalmente considerata come una casta superiore, ma i manifestanti chiedono di essere inclusi nel piano di distribuzione dei posti di lavoro riservati alle caste inferiori.
Vivono principalmente in Haryana e in altri sette stati del nord dell’India. Sono una comunità politicamente influente.
Nel marzo 2014 il governo nazionale aveva annunciato l’intenzione di riqualificare la casta Jat come una classe inferiore, inserendola nelle Other Backward Class (Obc) che riuniscono le caste svantaggiate, dando loro l’opportunità di usufruire delle quote di lavoro messe a disposizione dal governo.
Ma nel 2015 la Corte suprema indiana si rifiutò di “declassare” i Jat, impedendo loro di accedere agli ausili governativi.
Il governo di Haryana ha annunciato di voler presentare una proposta di legge per accogliere le richieste della casta Jat.
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