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    In India oltre mezzo milione di bambini fuma sigarette

    Marketing invadente, prezzi bassi e politiche di contrasto insufficienti hanno portato a una crescita enorme del fenomeno

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 19 Mar. 2018 alle 18:16 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:04

    In India ci sono oltre 625mila bambini di età compresa tra i 10 e i 14 anni che fumano sigarette ogni giorno. È quanto emerge dall’ultima edizione del rapporto The Tobacco Atlas, pubblicato all’inizio di marzo 2018.

    L’indagine, condotta in partnership dalla American Cancer Society e dall’associazione no-profit Vital Strategies, stima che nel paese ci siano in particolare 429mila bambini e poco meno di 200mila bambine che fumano abitualmente sigarette. I dati sono stati raccolti nel 2015.

    In termini percentuali l’India ha meno fumatori bambini rispetto alla media dei paesi con indice di sviluppo umano ‘medio’, come Vietnam, Sudafrica, Bangladesh e Nepal.

    Tuttavia, come emerso da una recente inchiesta dell’agenzia di stampa britannica Reuters, i giovani indiani sono stati scelti come target di riferimento da imponenti campagne di marketing organizzate dai maggiori colossi mondiali del tabacco.

    Le nuove generazioni vengono attirate con pubblicità colorate e può capitare che le sigarette vengano offerte gratuitamente durante feste frequentate da teenager.

    Si tratta di pratiche commerciali adottate in violazione delle leggi indiane sul fumo. Le autorità hanno provato a contrastare il fenomeno, ma senza risultati.

    Il fumo è una piaga sempre più diffusa in India, paese che oltretutto è tra i più inquinati al mondo. Secondo il rapporto The Tobacco Atlas, ogni settimana nel paese muoiono per uso cronico di tabacco oltre 13mila uomini e 4mila donne.

    Lo studio ha calcolato che il costo economico del fumo in India si aggiri intorno ai 28 miliardi di euro l’anno, tra spesa sanitaria e costi indiretti come la perdita di produttività.

    Mentre nel paese è vietato fumare solo nelle strutture sanitarie e nelle scuole, il governo sostiene campagne anti-tabacco fatte di spot televisivi e radiofonici.

    Inoltre, gli annunci pubblicitari pro-tabacco sono vietati ed è stato imposto per legge che sull’85 per cento dei pacchetti di sigarette debbano esserci avvertenze sui danni del fumo.

    Qualche risultato è arrivato. Nel 2017 il tasso di fumatori sull’intera popolazione è sceso al 28,6 per cento, a fronte del 34,6 per cento del 2010.

    Ma le politiche di contrasto al fumo faticano ad attecchire, anche perché le sigarette e gli altri prodotti a base di tabacco rimangono prodotti a basso prezzo.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che le accise sulle sigarette siano fissate intorno al 70 per cento del prezzo al dettaglio. In India le accise sono di poco superiori al 26 per cento.

    Secondo The Tobacco Atlas il numero delle vittime del fumo nel paese è destinato a crescere nei prossimi anni.

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