Credeva di essere incinta, ma era un tumore
Dalla gioia di diventare mamma alla paura di morire. Una ragazza di 23 anni ha scoperto dopo un’ecografia che quello che portava in pancia non era un bambino, ma un tumore.
Grace Baker-Padden, 23 anni, di Willington Regno Unito, quando ha appreso la notizia dai medici è rimasta scioccata. Insieme al fidanzato Joe Cowling, la ragazza aveva già deciso il nome del piccolo e aveva condiviso entusiasta la notizia della gravidanza con amici e parenti.
Durante la visita però il suo entusiasmo è sfociato in dramma. Non è incinta ma ha un tumore. A Grace Baker-Padden è stato infatti comunicato che in pancia non aveva un bimbo, ma un grosso cancro.
La 23enne dopo aver avvertito “sintomi” come nausea e malessere mattutino si è rivolta a un medico. Grace iniziò a gonfiarsi “molto dolcemente”, e pensò che fosse a causa della gravidanza, ma tra l’ottava e la decima settimana, notate alcune perdite di sangue, temette di avere avuto un aborto.
La ragazza è stata quindi portata d’urgenza all’ospedale universitario di North Durham per un’ecografia. I medici hanno diagnosticato la gravidanza molare, nota anche come mola trofoblastica gestazionale.
La gravidanza molare, è una forma anomala di gravidanza in cui un ovulo fecondato non vitale si impianta nell’utero e comporta l’instaurarsi di una gravidanza anormale (che non riuscirà ad essere portata a termine). Per i sei mesi seguenti, Grace ha assunto a farmaci chemioterapici antitumorali per tenere sotto controllo gli ormoni.
La mola idatiforme è una complicanza comune della gravidanza, che negli Stati Uniti e nella maggior parte dei paesi si verifica con un’incidenza di circa 1 ogni 1000 gravidanze.
In altri paesi, ed in particolare nel continente asiatico, si registrano tassi molto più alti (ad esempio, in Indonesia, fino a 1 caso ogni 100 gravidanze).
In Europa l’incidenza è leggermente più bassa rispetto agli Stati Uniti, e nel nord Italia (nel periodo 1979-1982) è ammontata a 62 casi ogni 100mila gravidanze.
Leggi l'articolo originale su TPI.it