Incidenti 737 Max, rapporto accusa la Boeing: “Mix orribile di errori”
Dopo ben 18 mesi di indagini, oggi è stato reso pubblico il rapporto conclusivo del Congresso americano sui due tragici incidenti avvenuti in Indonesia e in Etiopia a ottobre 2018 e marzo 2019, entrambi a bordo del Boeing 737 Max. Secondo il rapporto, redatto dalla House Transportation Committee e lungo ben 238 pagine, si punta il dito contro la compagnia aerea e la Federal Aviation Administration (FAA). I due incidenti – si legge – “sono stati il culmine orribile di una serie di ipotesi tecniche errate da parte degli ingegneri della Boeing, una mancanza di trasparenza da parte della direzione di Boeing e una supervisione gravemente insufficiente da parte della FAA”.
Il rapporto del Congresso è il sunto di interrogatori, colloqui con i dipendenti dell’azienda e oltre 600mila pagine di documenti raccolti nel corso di un anno e mezzo di indagini sui due incidenti, in cui sono rimaste uccise in totale 346 persone (189 nel volo Lion Ari 610 e 157 in quello Ethiopian Airlines 302). Da allora ai Boeing 737 Max, “protagonisti” di entrambi gli incidenti, è stato impedito di tornare in cielo, anche se l’azienda dovrebbe essere autorizzata a volare di nuovo nei prossimi mesi dopo una revisione del software “responsabile” dei due schianti. “Queste tragedie non sarebbero mai dovute accadere”, ha detto Peter DeFazio, il rappresentante democratico dell’Oregon e presidente della commissione d’inchiesta. “Prenderemo provvedimenti per fare in modo che non accada mai più”, ha continuato.
Nel materiale dell’inchiesta, spiccano anche le dichiarazioni – risalenti al giugno del 2016 – di uno dei dipendenti, che manifestava preoccupazione per il fatto che l’MCAS (Maneuvering Characteristics Augmentation System) potesse contrastare i comandi del pilota durante un volo di prova e che i dati dei sensori difettosi potessero causare problemi al sistema. I suoi colleghi, però, avevano minimizzato. Ma i problemi con la connessione tra i sensori e l’MCAS sono stati identificati come un fattore importante nei due incidenti. Altri dipendenti, però, in quel periodo definivano il Boeing 737 Max un “aereo progettato da pagliacci con la supervisione di scimmie”, così ridicolo che sembra “uno scherzo” e su cui nessuno “farebbe viaggiare la sua famiglia”.
Tra le confessioni all’interno dell’inchiesta c’è poi quella dell’ingegnere a capo del progetto per l’aereo 737 Max di Boeing, che ha confermato di aver approvato una modifica di progettazione critica al software sul velivolo, ma di non essere a conoscenza dei dettagli chiave su come funzionasse né della presenza di un precedente avvertimento di un pilota collaudatore che se il sistema non avesse funzionato correttamente i risultati potevano essere “catastrofici”. Ed è qui che subentrano le lacune nella supervisione che hanno permesso alle autorità di regolamentazione federali di certificare che l’aereo fosse sicuro. L’inchiesta fa emergere inoltre una certa “pressione” dell’azienda nei confronti dei suoi dipendenti, chiamati a vendere i nuovi aerei rapidamente senza richiedere ai loro piloti di sottoporsi a una più ampia riqualificazione. Si parla addirittura di “orologi con conto alla rovescia” appesi sul muro di una sala conferenze.
Secondo gli investigatori, Boeing ha avuto “molteplici opportunità” per spostare “la traiettoria del design e dello sviluppo del Max verso un corso più sicuro”. I due incidenti, quindi, sono “una chiara prova che l’attuale sistema di regolamentazione è fondamentalmente difettoso e deve essere riparato”.
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