All’alba di oggi, 16 ottobre 2015, centinaia di palestinesi hanno incendiato la tomba del patriarca biblico Giuseppe situata a Nablus, in Cisgiordania, con il lancio di bottiglie molotov.
Le forze dell’ordine palestinesi hanno disperso i responsabili dell’incendio e i vigili del fuoco sono riusciti a spegnere le fiamme, ma il luogo sacro è stato ugualmente danneggiato.
La tomba – un luogo sacro per ebrei, cristiani e musulmani – è considerata il sepolcro di Giuseppe, patriarca biblico figlio di Giacobbe e padre di Efraim e Manasse, da cui sono poi nate le omonime tribù d’Israele.
L’attacco è arrivato poche ore dopo che il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva chiesto alle autorità palestinesi di fare in modo che l’ondata di violenze contro la popolazione israeliana terminasse.
Negli ultimi giorni, sette israeliani sono morti e diverse decine di persone sono rimaste ferite in seguito agli scontri con i palestinesi.
Per questa ragione, le autorità israeliane hanno deciso di instaurare diversi posti di blocco a Gerusalemme al fine di evitare le violenze.
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