A fronte dell’intensificarsi degli attacchi islamisti contro le forze dell’ordine, il generale delle forze armate Abdel Fattah al-Sisi ha sollecitato la popolazione egiziana a scendere in piazza.
“Domando… Che il prossimo venerdì tutti gli egiziani onesti e affidabili si facciano vedere,” proclama al-Sisi di fronte alla televisione di Stato. “Perché? Per affidarmi il mandato e consentirmi di sconfiggere la violenza e il potenziale terrorismo.”
Non a caso, poco dopo la mezzanotte di ieri un poliziotto è caduto vittima di una bomba lanciata all’interno della stazione di polizia di Mansoura, nel governatorato di Daqahlia, e almeno una trentina di suoi colleghi sono rimasti gravemente feriti. Di poco successivo, nella mattinata di oggi, è stato il lancio di due razzi contro la terza stazione di polizia di Arish, nel nord Sinai.
Entrambi i casi rivelano un’escalation nei metodi utilizzati negli scontri tra i fedeli dell’ex presidente Morsi, gli oppositori e la sicurezza di Stato. Non si tratta più di armi di piccolo taglio ma di armamenti pesanti.
I responsabili dei due attacchi del giorno non sono stati identificati ma, per il succedersi delle rappresaglie islamiste nel Sinai e al Cairo dal rovesciamento del presidente Morsi, la pista più ovvia conduce o ai Fratelli Musulmani o agli alleati jihadisti.
“La nostra rivoluzione è pacifica,” si difende la Guida Suprema dei Fratelli Mohammed Badie su Facebook. “La nostra forza giace nell’essere pacifici, nell’unità e nella fede a Dio. La nostra causa contro il coup militare e in difesa del ritorno alla legittimità, alla costituzione, al parlamento e al presidente è giusta.”
Anche Jama’a al-Islamiya nega il suo coinvolgimento, secondo quanto riportato dal quotidiano online “Egypt Independent”, e denuncia tutte le forme di violenza che hanno come obiettivo istituzioni pubbliche e private, come singoli individui.
Il discorso del generale pone alcuni dubbi sul ruolo corrente dell’esercito in Egitto. Da un lato, esso sembra essere alla ricerca di legittimità popolare per schiacciare i Fratelli in modo definitivo, e, dall’altro, appare come in grado di influenzare le sorti egiziane molto più del governo civile recentemente appuntato.