In Giappone gli anziani usano più pannolini dei bambini
Il Giappone è alla ricerca di soluzioni innovative a una delle ricadute più inaspettate della crisi demografica che da anni affligge la terza economia al mondo. Una montagna crescente di pannoloni per adulti usati sta infatti mettendo a dura prova il sistema di smaltimento dei rifiuti a livello locale, in un paese in cui, in termini di vendite, i pannolini per adulti hanno ormai superato quelli per bambini.
L’invecchiamento della popolazione, diminuita di oltre mezzo milione di persone nel 2020, ha causato una riduzione di quasi tutte le categorie di rifiuti, con la sola eccezione dei prodotti pensati per aiutare chi soffre di incontinenza.
Oltre alle difficoltà dovuta alle quantità crescenti da smaltire, i pannoloni consumano maggiori quantità di risorse energetiche quando sono bruciati tramite inceneritore , dove finisce l’80 percento dei rifiuti del paese. Questi si traduce non solo in maggiori costi per le amministrazioni locali ma anche in maggiori emissioni di anidride carbonica.
Per affrontare un problema sempre più acuto, l’anno scorso il ministero dell’Ambiente giapponese ha istituito un gruppo di lavoro per trovare alternative all’incenerimento. Alcuni centri stanno sperimentando tecniche che consentono di convertire i pannoloni in materiali che possono essere combinati con il cemento per essere utilizzati nell’edilizia. In un altro caso, una delle principali aziende del settore, Unicharm, ha costruito un impianto per riciclarli e reimpiegarli nella produzione di altri pannoloni.
Altri invece hanno deciso di tentare di trasformarli in ecoballe, o “pellet”, che vengono bruciati per generare energia, seguendo l’esempio di un piccolo centro sulla costa occidentale, Houki.
Come raccontato dal New York Times in un reportage, nel paese di 10mila abitanti della prefettura di Tottori, le ecoballe generate con i pannoloni finiscono per riscaldare le terme pubbliche.
Secondo il sindaco Tamotsu Moriyasu, l’iniziativa non ha generato fondi aggiuntivi, ma ha fatto risparmiare al comune i costi per il carburante usato nell’inceneritore. Inoltre ha attirato l’attenzione di esperti e curiosi dal resto del Giappone e da paesi come Indonesia e Tahiti.
L’impianto per il riciclaggio dei pannoloni è stato ricavato dalla conversione di uno dei due inceneritori presenti nel paese, dove vengono sterilizzati e poi fermentati ad alte temperature, riducendo di un terzo il loro volume. Successivamente vengono convertiti prima in una sostanza lanuginosa e poi in pellet lunghi cinque centimetri. Alle terme, questi vengono bruciati in una caldaia per scaldare l’acqua in cui possono rilassarsi visitatori perlopiù ignari. “Non mi fa schifo. L’acqua è buona”, ha detto al quotidiano statunitense la 45enne Satomi Shirahase, in visita alle terme con il marito. “Mi sembra una buona idea”, ha aggiunto.