Con 367 voti a favore, 137 contrari e un astenuto, la camera bassa del Brasile ha votato per la messa in stato di accusa della presidente Dilma Rousseff. Il voto si è concluso nella tarda serata, superando di misura la soglia dei 2/3 dei voti necessari all’impeachment (ovvero 342 sui 513 membri totali della camera). Tra un mese sarà il senato a doversi esprimere sulla questione.
“La lotta è ora nei tribunali, in strada e al senato”, ha detto José Guimarães, il leader del partito dei lavoratori alla camera, il partito di Rousseff.
Alla conta del 342esimo voto a favore, l’opposizione è scoppiata in canti e applausi.
Se anche il senato si esprimerà a favore della messa in stato di accusa, il governo di Rousseff dovrà farsi da parte per 180 giorni e verrà sostituito, almeno temporaneamente da un’amministrazione di centro destra guidata dal vice-presidente Michel Temer.
Hanno votato SÌ tanti deputati coinvolti in varie indagini tra cui Paulo Maluf, che si trova sulla lista dell’Interpol per cospirazione, Nilton Capixiba, accusato di riciclaggio di denaro. “Per l’amor di dio, sì”, ha dichiarato Silas Camara, indagata per falsificazione di documenti e appropriazione indebita di fondi pubblici.
E SÌ hanno votato la stragrande maggioranza degli oltre 150 deputati che sono implicati in altri crimini ma protetti dalla loro condizione di parlamentari.
Il partito di Rousseff da mesi si trova ad affrontare situazioni difficili, diversi alti funzionari del Partito dei lavoratori sono stati arrestati in connessione con lo scandalo Petrobras, tra cui l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva che è sotto inchiesta.
Rousseff è accusata di aver falsificato i conti pubblici.
Domenica 17 aprile, i canali televisivi brasiliani hanno mostrato strade piene di manifestanti pro-impeachment che ballavano e facevano festa, sventolando la bandiera nazionale.
Fuori del Palazzo dei Congressi a Brasilia si sono riuniti centinaia di manifestanti pro e contro Dilma Rousseff, divisi da una barriera.
COSA SUCCEDERÀ ADESSO:
– Entro metà maggio:
Il senato deve, entro dieci sedute, decidere se confermare o meno la mozione di impeachment votata dalla camera bassa. Se almeno 41 degli 81 senatori totali voteranno a favore, allora la presidente dovrà farsi da parte per i 180 giorni in cui la commissione indagherà sulle accuse contro di lei.
– Entro 180 giorni:
Una seduta plenaria del senato, presieduta dal presidente della Corte Suprema, si riunirà per giudicare Rousseff. Se i due terzi approveranno le accuse, la presidente cesserà il suo mandato e Temer sarà presidente fino alle prossime elezioni, nel 2018.
Il processo di impeachment può essere messo in discussione in qualsiasi momento dalla Corte Suprema, anche se finora si sono mostrati poco inclini a proteggere il presidente.
Temer potrebbe anche essere rimosso dal suo incarico per un ulteriore processo di impeachment a suo carico. Questo è improbabile che succeda dal momento che Temer gode di grande sostegno alla camera bassa, ma se dovesse succedere, sarà Eduardo Cunha, il presidente della camera bassa del Congresso, a diventare presidente ad interim.
Leggi l'articolo originale su TPI.it