Ilaria Salis di nuovo in catene, gli amici minacciati fuori dal tribunale
Ilaria Salis è tornata nell’aula di tribunale di Budapest di nuovo in catene: si è aperta così la nuova udienza nei confronti della 39enne docente milanese da 13 mesi in carcere in Ungheria con l’accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra.
All’esterno del tribunale, invece, familiari e amici della ragazza, tra cui anche il fumettista Zerocalcare, sono stati minacciati da un gruppo di neonazisti.
Ilaria #Salis ancora incatenata, in un paese europeo. Una vergogna per l’Europa e per l’Italia che non sa difendere una sua cittadina. pic.twitter.com/GC9r44CAft
— Daniele Viotti (@danieleviotti) March 28, 2024
“Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese” ha dichiarato l’avvocato Eugenio Losco. “Stai zitto o ti spacco la testa” avrebbero affermato i neonazisti fuori dal tribunale di Budapest.
La lettera dal carcere: “Sono in un buco nero”
Proprio di recente, Repubblica e Tg3 hanno diffuso una lettera che Ilaria Salis ha scritto durante la detenzione: “Apro gli occhi e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia”.
Tutto uguale.
Budapest, Salis pic.twitter.com/bcFzFCsjND— Niccolò Zancan (@NiccoloZancan) March 28, 2024
“I mesi – scrive – sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende, sono caduta in un pozzo profondissimo. Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un’uscita”.
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