In onore dell’ultima puntata delle serie televisiva ideata da Vince Gilligan, che parla appunto della produzione casalinga e del commercio della metanfetamina, il “Financial Times” ha individuato le cinque cose da sapere sul mondo oscuro del traffico globale del crystal meth. Il consumo di mentanfetamina – fumata o iniettata – ha avuto negli ultimi anni un grosso aumento, circostanza che ha fatto crescere l’attenzione su questo che è considerato per i devastanti effetti, sia sul fisico sia sulla percezione mentale, il peggiore stupefacente in circolazione.
I dati sono riferiti al report annuale dell’Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime), struttura delle Nazioni Unite con sede a Vienna e presieduta dal russo Yuri Fedotov, che si occupa tra le altre cose del monitoraggio sul traffico di droghe e consumo di stupefacenti.
Gli Stati Uniti sarebbero i principali consumatori globali. 54 delle 88 tonnellate sequestrate nel 2011 (dati su cui si basa il report), verrebbero dal Nord America. Il Messico è il leader della produzione mondiale, dove i cartelli della droga – con i quali anche il protagonista del telefilm, Walter White, aveva continui problemi – hanno fatto della sintetizzazione chimica un’arte vera e propria. Tutto fa pensare che il dato 2011 sarà rivisto al rialzo: soltanto nello scorso febbraio, infatti, sono state sequestrate 15 tonnellate (quasi la metà di quelle dell’intero anno precedente) di metanfetamina pura a Guadaljara, città sotto il controllo del cartello di Sinaloa.
Dai dati in possesso dell’Unodc, i produttori avrebbero smesso da tempo l’estrazione di metanfetamina dalla pseudo efedrina, sostanza contenuta in alcuni farmaci da banco, sia come principio attivo puro che in combinazione con antistaminici e analgesici (a base di paracetamolo). A tale pratica, come secondo le “ricette” del professore di chimica White nella serie, si è sostituito l’uso di un’altra sostanza altrettanto legale: la metilammina (utilizzata di solito come solvente). In Messico, nel solo dicembre 2011, le autorità ne hanno sequestrato un totale di 741 tonnellate. Il problema del controllo del commercio di precursori chimici – i prodotti che attraverso reazioni chimiche diventano parti di un altra molecola facilitando l’attivazione della reazione principale – è secondo il report Unodc, la nuova frontiera della lotta al narcotraffico.
La produzione di crystal meth sarebbe iniziata anche in Asia. Secondo quanto rivelato da Warner Brown su “Tea Leaf Nation” e “Foreign Policy” Breaking Bad in Cina avrebbe avuto un successo limitato, con una media di 10 milioni di spettatori a stagione; ma di certo quello che l'”Economist” ha definito «un corso accelerato su come fare impresa in tempi di crisi» ha avuto diffusione anche oltre Muraglia. Precedentemente la regione aveva già avuto problemi con il consumo di anfetamina in forma di pasticche, ma i dati segnalano un grosso aumento della forma cristallizzata, tanto che la Cina si troverebbe al terzo posto (dopo Messico e Stati Uniti). Dalla Cina, inoltre, proverrebbe la gran parte della metilammina in giro sul mercato (698 tonnellate di quelle sequestrate nel dicembre 2011, dirette nella zona di Michocan, sarebbero tutte di provenienza cinese).
L’aumento del consumo in est e sud est asiatico, abbinato ai prezzi troppo alti dell’area (in Giappone un chilo di cristal meth costa 200 mila dollari), secondo i dati Onu avrebbero portato gli spacciatori africani – concentrati normalmente su eroina e cocaina – a incrementare la produzione di meth. Da Libia e Egitto, ma anche Costa d’Avorio, Senegal, Mali, Nigeria e Benin su tutti, partirebbero voli aerei con quantitativi ancora limitati, verso Giappone, Tailandia e Malesia. Ma anche Qatar e Arabia Saudita.
Proprio in Arabia Saudita nel 2011, sono state sequestrate grosse quantità di anfetamine. Non si tratta di meth, ma di anfetamine non denaturate – il processo di “methylating” permette alle anfetamine di essere solubili in acque e più facilmente assorbibili dal corpo umano – vendute in pillole note come “Captagon” o in polvere come lo “Speed”. Le 11 tonnellate sequestrate nel 2011 in territorio saudita, reppresentano il 37 per cento del totale mondiale. Il passaggio alla diffusione della meth, sarebbe comunque in atto, anche perché gli effetti stupefacenti sarebbero più intensi. Curiosamente, l’Arabia Saudita è in qualche modo legata a “Breaking Bad”: una volta una dichiarazione di Gilligan sul “New York Times”, finì per urtare la sensibilità saudita. Gilligan, parlando della sua ideazione, disse che la più grande lezione morale trasmessa, veniva dal fatto che «le azioni hanno delle conseguenze» che devono essere pagate, e proseguì dicendo che odiava l’idea che il dittatore ugandese Idi Amin Dada avesse vissuto i suoi ultimi anni a Gedda, senza punizione per i suoi atti. «Voglio credere che esista un paradiso. Ma non posso non credere che esista un inferno,» concludeva.
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