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    Il quinto video di John Cantlie

    L'Isis ha diffuso un nuovo filmato propagandistico dell'ostaggio britannico

    Di Luisa Pace
    Pubblicato il 25 Ott. 2014 alle 21:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:11

    L’Isis ha diffuso il quinto video dell’ostaggio britannico John Cantlie.

    Il reporter, con indosso una tunica arancione, compare seduto a un tavolo mentre racconta in 6 minuti e 30 secondi che l’Isis ha iniziato una operazione “a lungo termine” per catturare gli occidentali entrati in Siria nel 2013, e poi ha cercato di negoziare con i loro Paesi per il rilascio.

    Cantlie, che era stato rapito in Siria due anni fa, legge un presunto scambio di email tra le famiglie dei prigionieri e l’Isis in cui i familiari si lamentano per il mancato aiuto del governo statunitense. “Gli europei” – a differenza degli americani e dei britannici – hanno capito che “non si scherza quando si tratta di negoziati”.

    Sedici cittadini provenienti da Danimarca, Germania, Spagna e da altri tre Paesi europei sono stati liberati dopo i negoziati, dice Cantlie. “Il primo a essere liberato è stato lo spagnolo Marcos Margineres. Poco dopo sono stati liberati altri due giornalisti spagnoli, quindi quattro francesi alla fine di aprile”.

    Gli americani e i britannici invece – continua Cantlie – sono stati “ostacolati” dai loro rispettivi governi. “Per noi tutti è chiaro che ci troviamo in grossi guai”, dice. “Io e altri siamo rimasti ad attendere pazientemente mentre gli altri tornavano dai loro cari”.

    “La mente umana ha un’incredibile capacità di autodifesa in situazioni difficili. I nostri governi hanno scelto di non negoziare con lo Stato islamico”, continua Cantlie. “E mentre tutti gli altri accettavano le condizioni poste per il rilascio, per noi non c’era nessun accordo”.

    Il filmato propagandistico è in linea con i quattro episodi già usciti a settembre e ottobre, e si chiama Lend Me Your Ears Episode 5. L’Isis aveva già annunciato che avrebbe diffuso sette video dell’ostaggio britannico John Cantlie. Anche in questo caso, Cantlie annuncia di voler spiegare la verità sui jihadisti e su come i media occidentali manipolano le notizie sull’Isis.

    Come negli altri video, è costretto a rivelare “verità scomode” che hanno portato alla decapitazione dei suoi compagni di prigionia, affermando che lo Stato Islamico li ha trattati bene: “Non si sta male”, dice.

    “Hanno ricevuto libri, giochi ricreativi. Non hanno vissuto male”. Sono stati trattati bene tranne quando hanno cercato di fuggire, e in quel caso hanno subìto lo stesso trattamento che gli americani hanno riservato ai prigionieri musulmani che tentavano la fuga, ossia la tortura del waterboarding.

    Il raffronto delle immagini nei diversi filmati sembra dimostrare che il video sia stato registrato tutto in una volta, e distribuito in più parti. Cantlie ha concluso dando appuntamento al prossimo episodio.

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