I casi di abusi sessuali sui bambini di preti, monaci e suore sono di competenza del sistema giudiziario del Paese in cui sono avvenuti. Così il Vaticano ha risposto alla Commissione per i diritti dei bambini delle Nazioni Unite, che aveva richiesto lo scorso luglio alla Santa Sede di fornire informazioni sugli abusi sessuali messi in atto dal clero cattolico dal 1995.
Tra le domande sottoposte al Vaticano da un questionario dell’Onu, vi erano quelle riguardo le azioni legali intraprese contro i pedofili e l’allontanamento o meno di questi dall’esercizio clericale.
La Santa Sede, che rappresenta il governo e la giurisdizione del magistero del papa, ha detto di essere “distinta e separata” dalla Chiesa cattolica romana, e quindi non tenuta a fornire informazioni riservate ad autorità diverse da quelle del Paese in cui i suoi preti, monaci e suore esercitano la loro attività.
Secondo la National Secular Society, un’organizzazione britannica che promuove i valori del secolarismo laico, la Chiesa romana si sta nascondendo dietro cavilli legali. La Santa sede, ha dichiarato, gestisce “una società di comando e una struttura di controllo sulla Chiesa in tutto il mondo”.