Il futuro del Mali
Il Mali rischia di essere trascinato in una “catastrofica spirale di violenza”. Lo ha detto ieri l’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, Navi Pillay, parlando davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
“I nostri ossevatori”, ha detto Pillay, “si trovano nel Paese africano e hanno convocato tutte le parti in causa per frenare gli attacchi e le rappresaglie”. La funzionaria dell’Onu ha chiesto il rispetto dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali.
Sull’eco di queste parole il Canada ha detto no all’invio di truppe per venire in aiuto all’esercito francese. Motivo? L’alto rischio che la missione si trasformi in un disastro simile a quello già visto in Afghanistan e Iraq. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri canadese.
Contemporaneamente il commissario allo Sviluppo dell’Ue Andris Piebalgs, in un incontro a Dublino, ha dichiarato che l’Unione Europea è finalmente pronta a sbloccare 250 milioni di euro di aiuti per il Mali, congelati nel marzo 2012 in seguito alle azioni militari che permisero ai ribelli islamici di prendere il controllo di intere città e territori nel nord del Paese. L’Unione Europea si è detta soddisfatta dei passi avanti del Mali verso un regime più democratico.