Eliot Higgins, alias Brown Mosè, è un blogger inglese che osserva le attività dei militanti siriani guardando i video che loro stessi postano su YouTube, spesso per 16 ore al giorno. Pur stando ben lontano dalle zone di guerra, a quasi 5.000 chilometri di distanza da Damasco, è riuscito a raccontare alcune delle storie più esclusive del conflitto in Siria. Il suo lavoro si svolge a Leicester, e il suo unico mezzo di connessione con la Siria è un comune portatile connesso a internet.
L’ultimo suo scoop è quello delle armi croate trovate in mano ai ribelli siriani, che ha svelato i traffici segreti dei Paesi oppositori del regime di Assad per armare le forze antigovernative. Contrariamente a quanto vorrebbero gli Stati Uniti, spesso queste armi finiscono in mano ai combattenti jihadisti, sempre più importanti nella lotta contro il governo di Bashar al-Assad. Higgins è riuscito a ricostruire gli eventi semplicemente facendo attenzione a singoli particolari che appaiono nei video, come la tipologia delle armi (che ha saputo riconoscere come provenienti dalla Croazia) o il canale Youtube tramite il quale è stato messo in rete il filmato.
Higgins ha 34 anni e non ha alcun tipo di preparazione professionale in armi, diritti umani o giornalismo. Eppure il suo lavoro d’inchiesta è stato prezioso per associazioni e testate giornalistiche come Amnesty International e New York Times.
“I giornalisti danno per scontato che abbia lavorato nel commercio delle armi,” dice Higgins, “ma prima che la primavera araba non sapevo nulla di più sulle armi rispetto a un comune proprietario di una console Xbox.”
La sua attività sul web è iniziata commentando le ultime notizie del Guardian sul blog del Middle East Live, che viene aggiornato in diretta e segue gli ultimi avvenimenti nella regione ora dopo ora. Il suo nickname Brown Mosè viene da una canzone di Frank Zappa e l’immagine del suo avatar è il dipinto del Papa Innocenzo X ri-dipinto da Francis Bacon mentre urla seduto sul suo seggio.
L’uso dei social media da parte dei gruppi di opposizione e degli attivisti in Siria ha permesso di seguire da vicino il conflitto sul campo. Con centinaia di video che mostrano le attività dei gruppi di combattimento postati su YouTube ogni giorno, agli analisti esterni è stato permesso di costruire un quadro di eventi in Siria che nelle guerre del passato rimanevano sconosciuti. I video, spesso condivisi via Twitter e Facebook, hanno permesso di seguire quasi in tempo reale l’escalation nel conflitto da entrambe le parti, compreso l’uso di bombe a grappolo e bombe incendiarie, così come potenziali crimini di guerra commessi da governo e ribelli.
L’abilità di Higgins nel monitorare il traffico e l’uso delle armi in Siria ha permesso a gruppi come Human Rights Watch di rompere il dominio di pochi specialisti con l’accesso a materiali spesso classificati come segreti e di aprire l’informazione al pubblico.
Higgins passa in rassegna circa 450 canali di YouTube dalla Siria ogni sera. L’elenco comprende filmati caricati da attivisti, brigate ribelli e gruppi islamici, così come da parte dei sostenitori di Assad e TV footage stato. Recentemente ha messo insieme una banca dati di 491 video di bombe a grappolo in uso in tutta la Siria, con riferimenti cartografici e dettagli su dove e sul tipo di armi usate.