Giovedì 21 febbraio 2017, nel cimitero ebraico di St. Louis, nello stato americano del Missouri, sono state divelte e distrutte un centinaio di lapidi da un gruppo di vandali non ancora identificati dalla polizia, in seguito a un’ondata di minacce antisemite negli Stati Uniti.
Ventiquattrore dopo, alcuni cittadini di fede musulmana hanno lanciato una raccolta fondi per racimolare i soldi necessari alla riparazione delle lapidi vandalizzate. In poche ore sono stati raccolti oltre 50mila dollari, superando le aspettative degli organizzatori Linda Sarsour e Tarek el-Messidi.
“Con questa campagna vogliamo dare un messaggio di unità da parte delle comunità ebraiche e musulmane, vogliamo far capire che in America non c’è spazio per l’odio e la violenza”, hanno sottolineato gli attivisti. Nel caso dovessero avanzare soldi, sarebbero destinati ad altri centri ebraici.
Con la raccolta fondi è partita una gara di solidarietà per ricostruire il cimitero distrutto. Non sono mancate le repliche amareggiate dell’associazione rabbini di St. Louis, che in un post su Facebook ha denunciato la distruzione come “un atto orribile e vergognoso di vandalismo”.
Nelle ultime settimane sono state numerose le minacce di attentati dinamitardi contro una decina di centri della comunità ebraica negli Stati Uniti. Tutte queste minacce sono state classificate dalle autorità come falsi allarmi.
Il governatore del Missouri, Eric Greitens, si è detto “disgustato” per gli atti vandalici e si è recato in prima persona sul luogo con una squadra. Armato di rastrello ha iniziato a ripulire il luogo.
(Qui sotto il post condiviso sulla pagina Facebook da Linda Sarsour)
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