L’organizzazione internazionale Human Rights Watch (HRW) accusa le milizie del governo sudanese di aver ucciso e violentato migliaia di civili nella provincia di Darfur, situata nella parte occidentale del Paese.
Un rapporto pubblicato il 9 settembre 2015 da HRW – impegnata nella difesa dei diritti umani nel mondo – mette in luce gli abusi commessi sistematicamente dalle forze armate del governo nei confronti dei civili nel Darfur e sostiene che potrebbero essere considerati crimini contro l’umanità.
Jonathan Loeb di HRW ha riferito ad Al Jazeera che sono state commesse diverse violenze contro la popolazione civile da parte dei Rapid Support Forces – forze paramilitari gestite dal governo sudanese – e da altre milizie fedeli al governo.
Tra le violenze commesse ci sarebbero omicidi, torture, saccheggi, distruzione di villaggi e abusi sessuali.
Il conflitto sudanese nel Darfur è iniziato nel febbraio 2003, quando i janjawid – un gruppo di miliziani arabi detti “demoni a cavallo” – hanno dato il via a un genocidio contro la popolazione originaria della regione.
Il governo del presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir è stato accusato di sostenere i janjawid, fornendogli armi e appoggiando gli attacchi contro i cittadini della regione in questione.
Dall’inizio del conflitto nel Darfur, l’Onu sostiene che gli scontri avrebbero causato più di 300mila morti, soprattutto a causa di malattie e carenze di cibo, e circa 2,5 milioni di sfollati.
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