Hong Kong, torna la protesta
Ad Hong Kong riesplode la protesta, con nuovi momenti di tensione e scontro tra manifestanti e forze di polizia. Centinaia di persone con mascherina sul volto si sono riunite oggi in due punti dell’isola, Causeway Bay e Wan Chai, contro la legge sulla sicurezza nazionale in discussione al Congresso del popolo di Pechino, norme che potrebbero infliggere un colpo letale all’autonomia dell’ex colonia.
Sono almeno 180 gli attivisti finora arrestati dalle forze dell’ordine in quella che rappresenta la prima grande manifestazione contro il governo cinese dopo l’inizio della pandemia da Coronavirus. I manifestanti chiedono che la legge in discussione sia ritirata, ma Pechino non sembra disposto a cambiare linea. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in conferenza stampa, ha detto che la norma “va approvata senza il minimo ritardo”. Il ministro ha ricordato la lacuna nella sicurezza nazionale che “spetta al governo centrale” colmare, di fronte alla mancata azione del governo locale ex art.23 della Basic Law, sicuro che la norma non modificherà l’appeal di hub finanziario di Hong Kong. Durante la manifestazione sono stati anche lanciati gas lacrimogeni, con gli attivisti che hanno risposto cantando l’inno simbolo delle proteste.
Usa, possibili sanzioni a Cina se approva legge
Gli Usa, probabilmente, imporranno sanzioni alla Cina, se approverà la legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, destinata a ridurre l’autonomia della ex colonia britannica. L’avvertimento è arrivato dal consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Robert O’Brien, in un’intervista a Nbc in cui ha spiegato che le misure punitive sarebbero introdotte secondo la Hong Kong Human Rights and Democracy Act, la legge del 2019 che prevede sanzioni per i funzionari cinesi responsabili di violazioni di diritti umani a Hong Kong. “E’ difficile prevedere come Hong Kong possa restare un centro finanziario in Asia, se la Cina prende il controllo“, ha sottolineato O’Brien.
Joshua Wong: “L’Italia riduca la partecipazione alla Via della Seta”
L’attivista pro-democratico Joshua Wong, intanto, promette proteste “su più larga scala”, oltre a quelle in corso oggi. “È ora per i cittadini di Hong Kong di contrattaccare e salvaguardare Hong Kong”, ha scritto Twitter. “Chiedo al mondo di stare con Hong Kong e opporsi alla legge sulla sicurezza nazionale”, ha proseguito l’attivista segretario generale del partito di ispirazione pro-democratica Demosisto – che rappresenta una “minaccia” per tutti gli espatriati e i viaggiatori nella città.
Joshua Wong ha anche detto – all’Agi – di sperare “che l’Italia possa ridurre la sua partecipazione al progetto della Via della Seta”. Secondo l’attivista inoltre l’Unione europea dovrebbe sanzionare la Cina per le sue violazioni alle regole stabilite da un trattato internazionale su Hong Kong.