Hong Kong: vietate le maschere simbolo delle proteste durante le manifestazioni
Le maschere simbolo delle proteste che da quattro mesi si stanno tenendo a Hong Kong saranno vietate durante tutte le manifestazioni in luoghi pubblici a partire da domani, sabato 5 ottobre.
Lo ha annunciato in una conferenza stampa la governatrice Carrie Lam, accompagnata da 16 ministri del suo gabinetto.
“Una mossa su cui abbiamo discusso questa mattina e che riteniamo necessaria” ha affermato la Lam, aggiungendo che la misura si è resa necessaria per far fronte a “una vera emergenza”.
Secondo il South China Morning Post, la Lam, per far passare il decreto si è servita di un ordinamento risalente al 1922, ovvero all’epoca coloniale britannica, che consentiva al governatore di approvare nuove regole in caso di emergenza o pericolo pubblico.
L’ultima volta che Hong Kong era ricorsa a questa normativa era il 1967.
Le reazioni dei manifestanti, però, non sono tardate ad arrivare. Poco dopo l’annuncio della Lam, infatti, centinaia di persone con le maschere si sono riversate nel centro di Hong Kong. In alcune vie della città, inoltre, sono state erette vere e proprie barricate al fine di bloccare la circolazione stradale.
La decisione di vietare le maschere era nell’aria già da tempo, ma ha avuto un’accelerazione decisiva nelle ultime ore dopo gli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti martedì 1 ottobre in occasione dei 70 anni della nascita della Repubblica popolare cinese.
Scontri durante i quali un manifestante è rimasto gravemente ferito a causa di proiettile sparato da posizione ravvicinata e ad altezza uomo da un poliziotto.
Le maschere, utilizzate dai manifestanti sia per coprire il proprio volto, evitando, così, eventuali ritorsioni da parte della polizia, sia per difendersi dai gas lacrimogeni lanciati dagli agenti, sono diventate dei veri e propri simboli delle proteste che da 4 messi vanno avanti a Hong Kong.
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