La governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ha annunciato la sospensione a tempo indeterminato del dibattito sulla controversa legge sull’estradizione in Cina, che negli ultimi giorni ha generato forti tensioni di piazza.
Lam ha spiegato di aver preso questa decisione “alla luce di quanto successo e, come governo responsabile”.
Cos’è successo in questi giorni a Hong Kong
L’annuncio – “Le nostre intenzioni erano sincere ed erano di colmare alcune lacune normative”, ha sottolineato la governatrice in una dichiarazione davanti alle telecamere di oltre 10 minuti, letta prima in cantonese e poi in inglese.
“Forse non stiamo stati sufficientemente efficaci nella comunicazione, ma ora la priorità è quella di ricostruire la pace e l’ordine e la fiducia verso il governo”, ha aggiunto Lam.
Secondo alcuni media locali, nelle ultime ore era aumentato il pressing di consiglieri e deputati sulla governatrice per chiedere il congelamento della misura o addirittura il suo ritiro definitivo.
Le proteste – Inizialmente la votazione finale sulla legge era fissata per il 20 giugno, ma, a causa delle proteste e degli scontri tra polizia e manifestanti, il Consiglio legislativo ha dovuto rinviare tale termine.
L’obiettivo di approvare il provvedimento entro la fine dell’attuale legislatura: “Ma ora non è più la priorità”, ha osservato Lam.
Domenica 9 giugno più di un milione di persone è sceso in strada per protestare contro la misura sull’estradizione: i manifestanti hanno occupato per giorni le strade del quartiere governativo.
Il momento di massima tensione si è raggiunto mercoledì 12 giugno, giorno in cui nell’aula del Consiglio legislativo era attesa la seconda lettura della legge sull’estradizione: alcuni dei manifestanti sono riusciti a entrare nella sede del parlamento, mentre la polizia in tenuta antisommossa ha usato gas lacrimogeni e fumogeni.
Cosa prevede la legge – La legge sull’estradizione in Cina permetterebbe alla Repubblica popolare di processare i sospetti che risiedono a Hong Kong, ex colonia britannica divenuta dal 1997 regione amministrativa speciale cinese.
Chi critica il provvedimento ritiene che con esso Pechino possa interferire ancora di più sulla vita dei cittadini di Hong Kong e di violarne lo statuto speciale.
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