Il principe Harry ha ammesso di avere avuto atteggiamenti razzisti prima di incontrare Meghan Markle, lasciando intendere che è stato il rapporto e poi il matrimonio con l’attrice di madre afroamericana a farlo diventare più consapevole di quanto questo fosse sbagliato il suo comportamento.
“Ero probabilmente un bigotto prima della mia relazione con Meghan”, ha affermato il duca del Sussex, in una nuova anticipazione dell’intervista con Anderson Cooper che sarà trasmessa dalla rete americana Cnn in vista della pubblicazione di Spare – il minore, titolo italiano della sua autobiografia, in uscita martedì in tutto il mondo.
In questo caso Harry usa il termine “bigotto” nel senso di discriminazione sulla base della razza, anche se la parola può riferirsi a discriminazioni che includono il genere sessuale, la religione o altre convinzioni personali, e in inglese viene spesso usata come sinonimo di razzista.
Nel suo libro il principe scrive di essere cresciuto ascoltando epiteti razzisti da “un sacco di gente” intorno a lui. Parlando di un noto episodio, quando nel 2009, mentre serviva nell’esercito, si rivolse a un commilitone di origine asiatica definendolo “il mio piccolo amico paki”. “Non sapevo che fosse un insulto. Quando ero piccolo sentivo usare quella parola da un sacco di persone e non avevo mai visto nessuno sollevare obiezioni, per cui non pensavo che fosse un termine razzista. Avevo 21 anni, ero isolato dal mondo e circondato di previlegi, credevo che fosse una parola innocua, come dire yankee”.