Gli Stati Uniti sono in possesso di informazioni di intelligence secondo cui Hamza bin Laden, figlio di Osama bin Laden e considerato un suo potenziale successore, è morto. Lo riporta l’emittente statunitense Nbc, che cita tre funzionari Usa. Non è noto, tuttavia, né dove né quando l’uomo avrebbe perso la vita né se Washington sia eventualmente coinvolta nelle vicende che hanno portato alla sua morte. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, interpellato da alcuni giornalisti, ha fatto sapere di non voler commentare.
Se la notizia fosse confermata, Hamza bin Laden sarebbe morto circa otto anni dopo il padre Osama, fondatore dell’organizzazione terroristica al Qaeda e ritenuto il principale responsabile degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York.
Lo scorso marzo gli Stati Uniti avevano messo una taglia da un milione di dollari per la cattura di Hamza, considerato il leader emergente del gruppo terroristico jihadista.
Stando alle poche informazioni disponibili sul suo conto, l’erede di bin Laden era nato nel 1989 a Gedda, in Arabia Saudita. La sua infanzia sembra sia stata un’infanzia vissuta nel segno del fondamentalismo islamico. nel 1996, quando suo padre si trasferì in Afghanistan e dichiarò guerra agli Stati Uniti, l’allora bambino apparve con lui in un video di propaganda di al Qaeda. Nel 2001, quando aveva 12 anni, fu filmato mentre teneva tra le mani dei relitti di elicotteri, affiancato dai Talebani. Due anni dopo sposò una delle figlie di Abdullah Ahmed Abdullah, presunto terrorista di al Qaeda. Un filmato del 2005 lo ritrae mentre partecipa a un attentato terroristico in Pakistan.
Divenuto adulto, nel 2015 Hamza bin Laden registrò un video-messaggio in cui lanciava un appello ai seguaci di al Qaeda a condurre la guerra santa in Europa, Stati Uniti e Medio Oriente. Nel 2017 il figlio di bin Laden fu classificato da Washington come terrorista principale. Nell’agosto 2018 si sposò nuovamente, questa volta con la figlia di Mohammed Atta, il capo dei dirottatori nella strage delle Torri Gemelle. Nel marzo 2019 l’Arabia Saudita gli ha revocato la cittadinanza.
In un articolo del settembre 2017, l’esperto di antiterrorismo ed ex agente dell’Fbi Ali Soufan aveva dichiarato: “Hamza si sta preparando per un ruolo di leadership nell’organizzazione che suo padre ha fondato” ed è “probabile che venga percepito favorevolmente dai ranghi jihadisti. Con l’Isis sull’orlo del collasso, Hamza è ora la figura nella posizione migliore per riunificare il movimento jihadista globale”.