Il leader di Hamas, Ismail Haniya, ha affermato che la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele è una “dichiarazione di guerra contro i palestinesi” e ha chiesto una nuova “intifada”, o rivolta.
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“Dovremmo organizzare e lavorare per una nuova intifada contro il nemico sionista”, ha detto Ismail Haniya durante un discorso tenuto oggi a Gaza.
“Questa decisione ha ucciso il processo di pace israelo-palestinese, ha ucciso l’accordo di Oslo, ha ucciso il processo di risoluzione”, ha aggiunto.
“Dovremmo lavorare sul lancio di un’intifada di fronte al nemico sionista”, ha proseguito il leader di Hamas.
Nella giornata di martedì 5 dicembre, lo stesso movimento aveva proclamato, per venerdì 8 dicembre, un “giorno della rabbia” contro Israele e la decisione del presidente Trump. Il comunicato diffuso da Hamas definiva la questione di Gerusalemme come una “linea rossa” per il popolo palestinese e sottolineava che “la resistenza non ne permetterà alcuna profanazione”.
Mercoledì 6 dicembre, il presidente statunitense Donald Trump, ignorando gli avvertimenti della comunità internazionale, ha annunciato che gli Stati Uniti riconoscono formalmente Gerusalemme come capitale di Israele e inizieranno il processo di trasferimento della propria ambasciata in città.
“È ora di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, è l’inizio di un nuovo approccio al conflitto israelo-palestinese. Israele ha il diritto a scegliere la propria capitale”, aveva detto ieri Trump.
Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che l’ambasciata degli Stati Uniti sarà trasferita, il prima possibile, da Tel Aviv a Gerusalemme, aggiungendo che gli Stati Uniti continueranno a impegnarsi per il raggiungimento di un accordo di pace duraturo.
Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che molti altri paesi seguiranno gli Stati Uniti nel riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato ebraico e che attualmente sono in corso diversi contatti in questo senso tra il suo governo e altri paesi del mondo.
“Vorrei annunciare che siamo già in contatto con altri paesi che faranno un riconoscimento simile”, ha detto Netanyahu in un discorso al ministero degli Esteri israeliano, senza però nominare alcuno di questi paesi.
“Non ho dubbi che nel momento in cui l’Ambasciata americana si trasferirà a Gerusalemme, e anche prima di allora, assisteremo allo spostamento a Gerusalemme di molte altre ambasciate”, ha detto Netanyahu.
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