Il 16 gennaio 2019 i tre carabinieri bloccati dalle milizie di Hamas nella sede Onu a Gaza sono liberi di tornare in Italia, secondo quanto riferito da media israeliani e palestinesi. Dovrebbero tornare a Roma nel corso della giornata, anche se non ci sono ancora conferme ufficiali.
I militari del Nucleo scorte del consolato italiano a Gerusalemme si erano rifugiati nel palazzo dell’Onu per sfuggire ad Hamas, che credeva fossero degli israeliani con finti passaporti italiani.
Secondo quanto comunicato da una radio militare israeliana, i miliziani avevano”dubbi sulla loro identità e sospettano che gli italiani siano delle forze speciali israeliane sotto mentite spoglie”.
Gli uomini in realtà lavoravano presso il reparto che si occupa dei rapporti con l’Autorità palestinese in Cisgiordania e a Gaza.
L’emittente radiofonica ha anche spiegato che gli uomini “sono stati inviati in missione dal consolato italiano a Gerusalemme, e mentre erano a Gaza si sono rifiutati di fermarsi a un posto di blocco di Hamas, trovando poi rifugio nella sede dell’Onu”.
L’auto con a bordo i carabinieri italiani, secondo i media locali, non si sarebbe fermata “nella serata di lunedì a un posto di blocco a Gaza e ne è scaturito un inseguimento con spari. Gli italiani avevano armi automatiche con loro”.
L’ambasciatore italiano a Israele, Gianluigi Benedetti, secondo il Jerusalem Post ha incontrato uno dei capi di Hamas, Isma’il Haniyeh per chiedere la liberazione dei militari italiani.
Secondo quanto riferito dall’emittente Arabi21, l’Italia avrebbe anche inviato “una nota ufficiale al ministero dell’Interno di Gaza in cui sottolinea che i tre sono cittadini italiani entrati a Gaza in missione ufficiale”. I chiarimenti forniti avrebbero convinto Hamas della reale identità dei tre carabinieri.
La situazione si è finalmente sbloccata solo dopo ore di trattative, che avrebbe portato all’ingresso di “una squadra di investigatori palestinesi all’interno della struttura delle Nazioni Unite, che ha potuto fare indagini su tre italiani e sulle armi in loro possesso”.
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