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    Guinea, scontri e manifestazioni in difesa della Costituzione. Almeno quattro morti

    Le proteste sono scoppiate dopo che il governo ha annunciato un progetto di revisione della costituzione che permetterebbe al presidente in carica di ricandidarsi

    Di Alice Possidente
    Pubblicato il 15 Ott. 2019 alle 18:58 Aggiornato il 15 Ott. 2019 alle 18:59

    Guinea, scontri in difesa della Costituzione: quattro morti

    Nella capitale della Guinea sono scoppiati scontri tra manifestanti e forze di sicurezza dopo che il governo ha annunciato un progetto di revisione della costituzione che permetterebbe al presidente in carica Alpha Condé di ricandidarsi per un terzo mandato.

    Negli scontri di ieri, lunedì 14 ottobre, almeno quattro persone sono rimaste uccise, tra queste un poliziotto. La capitale, Conakry, si è fermata mentre le notizie delle proteste pianificate si diffondevano. Le scuole e i negozi sono rimasti chiusi e le strade per lo più deserte. Le proteste si sono svolte anche nelle città di Labé, Mamou e Kindia. Alcune città all’interno del paese sono ancora paralizzate. Durante gli scontri tra i manifestanti e le forze di sicurezza sarebbero stati sparati proiettili e gas lacrimogeni.

    Il presidente Alpha Condé, 81 anni, è stato un membro storico dell’opposizione al regime dittatoriale e il primo presidente eletto democraticamente nel Paese nel 2010. Il suo secondo mandato finirà a ottobre 2020.

    Le tensioni sono cominciate a crescere una settimana fa dopo l’annuncio di una manifestazione del Front national pour la defense de la Constitution (FNDC).

    Secondo quanto riportato dalla BBC, il gruppo ha denunciato un progetto di revisione della Costituzione annunciato dal governo, che permetterebbe ad Alpha Condé di ripresentarsi alla fine del 2020 per un terzo mandato. La FNDC ha indetto nuove manifestazioni.

    Secondo media guineani, il ministro Bourema Conde, ha descritto i manifestanti come “non patriottici”, mentre il capo dello staff delle forze armate li avrebbe definiti “irresponsabili”.

    Nel frattempo, gli organizzatori della protesta hanno dichiarato: “Stiamo chiedendo al popolo della Guinea di continuare la lotta fino a nuovo avviso con la stessa determinazione e lo stesso senso di responsabilità”.

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