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    Cyber-resistenza: la storia dell’hacker ucraino che fa impazzire Mosca

    Di giorno lavora per un sito-web ma di notte combatte i russi online. Ihor e i suoi compagni dell’esercito informatico volontario di Kiev sono un incubo per il Cremlino

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 20 Mar. 2022 alle 08:16 Aggiornato il 20 Mar. 2022 alle 08:16

    Ihor ha trentanni e vive a Leopoli, in Ucraina occidentale. Di giorno pratica yoga e lavora per un portale online che aiuta le persone a trovare un impiego e di notte combatte i russi. Non con un Kalashnikov ma sul web. Il giovane ucraino è uno dei quasi 300mila soldati” del cosiddetto esercito informatico regolare di Kiev. Un giorno si è unito al IT Army of Ukraine”, un gruppo Telegram di hacker volontari foraggiato dal governo ucraino per portare il caos tra i siti russi e bielorussi. Appoggiati da diverse formazioni spontanee di “guerrieri cibernetici”, in tre settimane di guerra gli hacker ucraini si sono concentrati su obiettivi sensibili come società e infrastrutture energetiche russe, la Banca centrale della Russia, la Banca nazionale bielorussa, lagenzia di stampa statale Interfax, la Borsa di Mosca e persino il sito-web del Cremlino, utilizzando per lo più attacchi di tipo DDoS (Distributed Denial of Service).

    Secondo Ihor è unattività alla portata di tutti. Il trentenne usa un programma chiamato Amphetamine, che lavora di notte in modo automatico e non richiede lintervento umano. Il gruppo di hacker deve solo avviare il software e poi tornare a dormire. Questa tipologia di attacco prevede che il maggior numero possibile di computer tenti di accedere a un sito o a una rete privata personale o aziendale in modo da provocare un sovraccarico di richieste, così da mandare tutto offline.

    Il corpo di hacker volontari, secondo lingegnere 37enne Roman Zakharov che ha fondato il gruppo StandForUkraine, agisce come «uno sciame che si auto-organizza». Comprende tecnici ed esperti informatici ma sta aprendo le porte anche ai principianti con strumenti alla portata di tutti. La società ucraina Hacken, che prima della guerra si occupava di sicurezza informatica cercando di scovare i migliori talenti del Paese per difendere le reti nazionali, ha sviluppato un apposito software. Riscrivendo il codice del programma disBalancer, progettato per impedire gli attacchi DDoS, ha creato Liberator, uno strumento offensivo che consente a chiunque disponga di un dispositivo digitale di entrare a far parte di una rete di computer per compiere incursioni informatiche e diffondere in Russia notizie sulla guerra, superando la censura. Tecnicamente è “teppismo”, come lo definisce un altro guerriero cibernetico, Gennady Galanter, che ha contribuito a fondare una società tecnologica ed è iscritto al gruppo IT Army of Ukraine”. Fuggito dallUnione Sovietica nel 1991, linformatico ha aderito allappello lanciato il 26 febbraio scorso dal vicepremier e ministro per la Trasformazione Digitale ucraino, Mykhailo Fedorov, che ha organizzato il reclutamento di volontari – anche stranieri – per la cyber-guerra contro il Cremlino. Gennady ha una moglie russa e ha ancora diversi parenti oltre confine ma vuole fare la sua parte contro Putin.

    Come Galanter e Ihor, altre centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo sono pronte a battersi online per lUcraina. Secondo Yuval Wollman, presidente della società di sicurezza informatica CyberProof ed ex direttore generale del ministero dellIntelligence israeliano, le autorità ucraine stimano in circa 400mila gli utenti che si sono offerti volontari per aiutare Kiev. Tra loro, diversi gruppi di hacker professionisti” come il famigerato Anonymous, capaci di fare ben più che oscurare siti-web e divulgare informazioni sulle atrocità in Ucraina.

    Guerra informatica globale

    Le azioni più efficaci contro il Cremlino sono infatti legate al furto di dati e alla pubblicazione di informazioni sensibili. Anonymous ha dichiarato guerra a Putin il giorno dellinvasione russa dellUcraina e da allora ha portato a termine una serie di attacchi devastanti: non solo ha hackerato il sito-web del Cremlino, trasmesso immagini della guerra sui canali della tv di Stato russa e mandato in onda sulle radio linno nazionale ucraino ma ha persino divulgato dati riservati.Dal portale di un produttore di armi bielorusso ha trafugato oltre 200 gigabyte di e-mail riservate, che poi sono finite online. Ha violato poi un sito-web legato all’Istituto di ricerca spaziale russo e ha fatto trapelare i dettagli di alcune missioni lunari. Inoltre, il portale Distributed Denial of Secrets ha pubblicato oltre 800 gigabyte di dati di Roskomnadzor, il servizio federale russo per la supervisione delle telecomunicazioni, principale strumento del Cremlino per la repressione del dissenso sulla stampa e online. I documenti, circa 360mila file dellamministrazione russa, sono il frutto di un attacco compiuto da Anonymous contro il sito-web dellamministrazione russa. Anche un altro gruppo, Against The West, noto per i suoi attacchi informatici contro il Partito comunista cinese, si è unito alla lotta divulgando una serie di dati che sostiene di aver sottratto a una società energetica russa, tra cui anche alcuni progetti di centrali elettriche. Lintervento di Atw mostra il rischio di un allargamento del conflitto: due startup taiwanesi, AutoPolitic e QSearch, hanno annunciato che forniranno assistenza tecnologica gratuita allUcraina e agli attivisti online in tutto il mondo”. Tutto questo in risposta allallineamento della censura cinese che sui social ha sposato in pieno le tesi del Cremlino sulla guerra, che sul web potrebbe amplificarsi. Speriamo si fermi lì.
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