Guerra in Ucraina: caos durante un programma della tv di stato russa
Le immagini della guerra iniziano a entrare nelle case dei russi e il tema viene sempre più dibattuto sulla tv di Stato. I colori con cui la macchina della propaganda ha tentato di rappresentare “l’operazione militare speciale” non sono più quelli iniziali e i conduttori si trovano sempre più in imbarazzo nel descrivere gli scenari che arrivano dal Paese martoriato. Giovedì scorso, mentre andavano in onda le immagini di una Mariupol rasa al suolo, i conduttori del celebre programma 60 minutes, Olga Skabeeva e Evgeny Popov, tentavano di metterne in luce gli aspetti “positivi” sottolineando come la Russia avesse promesso di offrire una ricompensa di 10mila rubli – circa 80 euro – agli ucraini provenienti dai territori “coinvolti,” come riporta il Daily Beast. A peggiorare le cose, parlando delle presunte deportazioni di cittadini ucraini verso luoghi remoti come l’isola di Sachalin, caratterizzata da temperature glaciali e un panorama desolante, Popov ha fatto notare: “Ma a Sachalin ci sono i salari più alti del Paese.”
Vladimir Shamanov, vice generale membro della Duma, durante il programma è arrivato ad accusare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di essere un “criminale di guerra” per non essersi arreso alla Russia. “Ferma questa guerra. Deponi le armi e salva la popolazione,” ha tuonato, rovesciando la narrazione secondo cui Vladimir Putin, ritenuto ormai da quasi tutto il mondo civilizzato un criminale di guerra, sia il solo e unico responsabile per l’invasione ingiustificata di un Paese confinante. L’analista politico Viyaly Tretyakov ha concluso dicendo: “La situazione è seria… dobbiamo ammettere che non ci sarà una svolta psicologica nel conflitto, per cui l’Ucraina perderà la volontà di combattere… la resistenza ucraina non dà segnale ne di arrendersi ne di indebolirsi.” Dopo aver fatto notare che “le società tendono a stufarsi delle campagne militari piuttosto in fretta, in evidente difficoltà, la conduttrice Olga Skabeeva ha risposto seccamente a Tretyakov: “Perciò qual è il nostro piano? Va tutto male, non c’è nulla che funziona? Se lei è stanco non vuol dire che lo sono tutti gli altri.”
Anche diversi analisti militari hanno sottolineato le crescenti difficoltà sull’esito della guerra di Putin contro l’Ucraina. Secondo l’esperto militare Igor Korothchenko, “è ovvio che per completare il processo di denazificazione in Ucraina serviranno minimo 15-20 anni,” smentendo le previsioni iniziali degli esperti secondo cui la Russia avrebbe impiegato 11 minuti per prendere il controllo dell’intero Paese. Secondo il Daily Beast, il generale Shamanov è stato ancora più pessimista, sostenendo che per “rieducare” l’Ucraina e accettare il dominio russo saranno necessarie almeno due generazioni, sottolineando che un milione di soldati non sono sufficienti per tale operazione e chiedendo un aumento sostanziale nel numero di truppe. “Oggi possiamo sostenere con certezza che dovremo restare in Ucraina per almeno 30-40 anni,” ha concluso Shamanov.