Si fa strada l’ipotesi di un golpe interno per fermare Putin e risolvere la crisi
“Vlad the Mad”: così il Financial Times ha soprannominato il presidente russo Vladimir Putin dopo l’escalation nucleare, minaccia secondo molti opinionisti altro non fa che sottolineare la sua posizione di crescente isolamento dentro e fuori la Russia e la sua “perdita di lucidità.” Secondo il quotidiano finanziario “l’unica via per la pace è l’intervento dell’élite russa,” mentre ieri il portavoce del primo ministro britannico Boris Johnson si è lasciato sfuggire che “le sanzioni occidentali mirano a farlo cadere”, dichiarazione poi smentita da Downing Street.
D’altro canto Putin ha subito più di un contraccolpo durante la sua offensiva militare in Ucraina, costretta a rallentare di fronte alle difficoltà logistiche dei suoi generali – razioni scadute da sette anni, mezzi militari fermi in autostrada – e alla resistenza coraggiosa della popolazione ucraina. Il fronte occidentale si è dimostrato inoltre molto più compatto nel rispondere all’invasione e il crollo del rublo potrebbe dare il colpo di grazia alla presa sul potere dello zar, che inizia a scricchiolare.
Il sottosegretario aglio Esteri britannico ha dichiarato che “i suoi leader militari sanno che Putin è sempre più isolato e illogico, i generali russi hanno i mezzi per farlo cadere e noi gli chiediamo di agire.” Lo stesso concetto è stato sottolineato anche dall’analista dello European Center for Foreign Relations Kadri Liik, secondo cui “La società russa è esausta e vuole un cambiamento al vertice. Potrebbe passare del tempo prima che le conseguenze della guerra in Ucraina lo producano, ma con l’invasione Putin ha messo una bomba sotto il proprio personale sistema di potere.”
Intanto, mentre l’Occidente auspica un intervento dell’élite russa, Putin resta isolato nella sua dacia, dove, secondo quanto riferito dall’ex consigliera della Casa Bianca Fiona Hill, ha ormai pochissimi contatti.