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    “Cancellare il nome Ucraina, rieducare la popolazione”: un articolo di Novosti spiega cos’è la denazificazione secondo Mosca

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 4 Apr. 2022 alle 20:15 Aggiornato il 4 Apr. 2022 alle 20:18

    Un articolo dell’agenzia russa Novosti spiega la “road map” da intraprendere dopo la sconfitta degli ucraini sul campo di battaglia per ottenere la totale “denazificazione del Paese. La strategia è descritta in dettaglio nell’editoriale intitolato “Cosa dovrebbe fare la Russia con l’Ucraina“, e elenca una serie di azioni da compiere dopo il cessate il fuoco per ottenere una sorta di purificazione del territorio.

    La sconfitta dell’esercito russo, dunque, è solo la prima fase del lungo percorso di denazificazione che attende l’Ucraina, che potrebbe durare fino a 25 anni e a cui solo i russi potranno lavorare. Non è contemplato infatti l’intervento di attori terzi o organizzazioni internazionali. La road map include un’opera di “pulizia” di tutti gli apparati statali politici e militari, la rieducazione della popolazione “per la durata di almeno una generazione” nonché la cancellazione totale del nome Ucraina perché “una parte significativa del popolo è stata dominata e attratta dal regime nazista”. Per questo del vecchio Paese non deve restare traccia, nemmeno il nome, anche perché la storia secondo l’editorialista di Novosti avrebbe dimostrato che qualsiasi tentativo di farne un’entità statale unica indipendente porta al nazismo.

    “I nazisti che hanno preso le armi” devono essere “distrutti al massimo sul campo di battaglia”. Ma del nazismo, oltre ai vertici, “sono colpevoli anche una parte significativa delle masse, che sono naziste passive, complici del nazismo”. L’operazione di pulizia pertanto dovrebbe investire anche la sfera della cultura e dell’educazione “che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo nell’ambito politico, ma anche necessariamente nell’ambito della cultura e dell’istruzione”.

    Un obiettivo che “non può compiersi con un compromesso, sulla base di una formula come ‘Nato – no, UE – sì'”. Il nome “Ucraina”, appunto, “non può essere mantenuto come titolo di qualsiasi entità statale completamente denazificata in un territorio liberato”, scrive Novosti, lasciando però aperta la possibilità che il territorio liberato non sia l’intero Paese considerato con i confini attuali, ma solo la sua parte orientale.

    Si opterebbe dunque per una divisione dell’Ucraina simile a quella della Germania durante la guerra fredda. Ma “a differenza, per esempio, della Georgia e dei paesi baltici, l’Ucraina, come la storia ha dimostrato, è impossibile come stato nazionale e i tentativi di “costruirne uno” portano naturalmente al nazismo”. Pertanto “la denazificazione dell’Ucraina è anche la sua inevitabile de-europeizzazione”. E ancora “installazione dello spazio informativo russo, ritiro dei materiali didattici, divieto di programmi educativi a tutti i livelli contenenti linee guida ideologiche naziste, creazione di organismi permanenti di denazificazione per un periodo di 25 anni”.

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