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    Guerra in Ucraina, Putin: “Pronti a colloqui di pace in Slovacchia”. E Zelensky attacca Bratislava

    Credit: AGF

    Il ministro degli Esteri russo Lavrov manda un messaggio a Trump: "Non siamo interessati a un cessate il fuoco ma solo a un accordo definitivo"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 27 Dic. 2024 alle 10:22

    Il presidente russo Vladimir Putin si dice disponibile a partecipare a un tavolo di pace in Slovacchia per mettere fine alla guerra in Ucraina. Il leader del Cremlino ne parla dopo aver incontrato il presidente slovacco Robert Fico, volato a Mosca per discutere delle forniture di gas russo al suo Paese.

    Le autorità di Bratislava “sarebbero felici di mettere a disposizione il proprio Paese come piattaforma per i negoziati”, ha dichiarato Putin alla televisione russa nella serata di ieri, giovedì 26 dicembre. “Non siamo contrari, se si arriva a questo”, ha aggiunto. “Perché no? Dal momento che la Slovacchia assume una posizione così neutrale”.

    Lo scorso 22 dicembre il filo-russo Fico ha fatto una visita a sorpresa a Mosca. I contratti di fornitura di Gazprom all’Ucraina scadono alla fine di quest’anno e Kiev si è detta indisponibile a far transitare sul proprio territorio il metano russo diretto alla Slovacchia. Fico è quindi alla ricerca di una soluzione.

    In occasione del vertice dell’Unione Europea della scorsa settimana, il presidente slovacco ha trattato senza successo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Di qui la decisione di incontrare direttamente Putin (dopo aver informato i massimi leader dell’Ue.

    Dopo il faccia a faccia con il leader del Cremlino, Fico ha detto che in una “lunga conversazione” con Putin ha discusso di questioni tra cui “le prospettive di una rapida fine pacifica della guerra” in Ucraina. Il presidente slovacco non ha fatto menzione specificatamente a colloqui di pace da tenere in Slovacchia, ma ieri, in seguito alle parole di Putin, il ministro degli Esteri di Bratislava Juraj Blanar ha affermato che i commenti del presidente russo rappresentano un “segnale positivo” per la fine della guerra e ha sottolineato che “la diplomazia slovacca è pronta a contribuire attivamente al processo di pace in questo modo”.

    Zelensky, da parte sua, ha sottolineato che Fico – subito dopo essere salito al potere l’anno scorso – ha tagliato l’assistenza militare slovacca all’Ucraina: “Stiamo lottando per le nostre vite, Fico sta lottando per i soldi, ed è improbabile che i soldi siano per la Slovacchia”, ha accusato il presidente ucraino. “Gli accordi ombra con Putin sono o uno scambio di interessi statali o un lavoro per guadagno personale”.

    Durante il discorso televisivo di ieri Putin ha spiegato che quest’anno non c’è più tempo per estendere l’accordo che porta il gas in Slovacchia, Repubblica Ceca e Austria attraverso l’Ucraina, sostenendo che Kiev sta punendo l’Europa con questa mossa. “Non esiste alcun contratto ed è impossibile concluderlo in 3-4 giorni”, ha affermato.

    L’apertura del presidente russo a colloqui di pace sulla guerra in Ucraina arrivano quando mancano poche settimane dall’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Nei giorni scorsi il tycoon aveva affermato di voler incontrare “il prima possibile” Putin per “mettere fine alla guerra”.

    Ieri il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha messo in chiaro che Mosca non è interessata a un eventuale cessate il fuoco ma solo a un accordo definitivo: “Quello che abbiamo sentito finora – ha detto all’agenzia di stampa statale Tass – è parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, e nessuno nasconde che l’obiettivo del cessate il fuoco è di guadagnare tempo per continuare a inondare l’Ucraina di armi e consentire loro di rimettersi insieme, portare avanti una mobilitazione e così via”.

    “Un cessate il fuoco – ha rimarcato Lavrov – è un vicolo cieco. Abbiamo bisogno di accordi definitivi e legalmente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile violare quegli accordi”.

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