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    Guerra in Siria, Diario dal Rojava: Kobane, Ain Issa, Amude e Dirbesyie attaccate dalla Turchia nonostante la tregua, ma i curdi resistono

    Il racconto del conflitto dall'inviata sul campo di TPI, Benedetta Argentieri

    Di Benedetta Argentieri
    Pubblicato il 25 Ott. 2019 alle 09:50 Aggiornato il 18 Nov. 2019 alle 14:11

    Guerra Turchia-curdi: diario dalla Siria – 25 ottobre

    Di Benedetta Argentieri, inviata per TPI nel Rojava

    Non solo combattenti ma anche abili diplomatici. Mouzlum Abdi, comandante delle Forze Democratiche Siriane, ha interdetto i nemici e stupito tutti gli altri. Nelle ultime 48 ore, quando tutto sembrava perso, Abdi si è mosso con cautela e fermezza. Donald Trump lo ha ringraziato e invitato a Washington per una visita, lui ha risposto che ci penserà.

     

    > Il bollettino di TPI sulla guerra in Siria, con le ultime notizie

    Poi ha trattato con i russi per quel che riguarda il nuovo accordo tra Turchia e Russia. “Abbiamo anche noi i nostri piani. Ci sono delle condizioni su cui siamo d’accordo, altre no. Continueremo a discutere, soprattutto del destino della nostra gente. E continueremo a discutere su come rispondere agli attacchi della Turchia”.

    L’operazione “sorgente di pace” infatti va avanti, nonostante le FDS abbiano rispettato una parte dell’accordo che prevedeva un loro parziale ritiro dal confine. Tutta l’area tra Serekanye e Tal Abyad (circa 110 chilometri in lunghezza e 30 di profondità) è stata abbandonata dalle FDS, come previsto dalla tregua.

    Nonostante ciò le milizie scatenate dalla Turchia hanno continuato gli attacchi in altre aree, sempre con l’appoggio di Ankara. Kobane, Ain Issa, Amude, Dirbesyie, tra le aree attaccate dalla Turchia. Ma per il momento continua la resistenza, e le milizie turche non riescono a penetrare le linee dei curdi.

    Ma si ripetono video violenti pubblicati in rete. Nell’ultimo si vede un miliziano con in braccio una donna urlare “l’abbiamo catturata” e in maniera ironica affermare: “Lunga vita al Rojava”. Immagini che fanno tornare in mente quelle del 2014 di ISIS e usata come propaganda per incutere paura. A Tal Abyad le forze turche hanno imposto di nuovo il velo a tutte le donne. Mentre aumentano le denunce di saccheggio.

    Nel frattempo, come previsto dall’intesa tra Mosca e Ankara, sono cominciati i primi pattugliamenti del confine al di fuori della zona cuscinetto. Due veicoli blindati con bandiera russa, hanno pattugliato tra Amude e Qamishli, entrando in una parte della città. Una sorpresa visto che fino ad oggi i russi non sono mai andati oltre a Kobane. “Allora è vero sono arrivati”, sospira un uomo camminando per strada.

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