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    Le condizioni di Putin per la pace in Ucraina: “La Russia non ha interesse ad attaccare la Polonia o la Lettonia. La Nato accetti le nostre conquiste territoriali ma basta armi a Kiev”

    Credit: Pool Sputnik Kremlin / AP Photo

    In un'intervista al giornalista statunitense Tucker Carlson il presidente russo ha ribadito che Mosca continuerà a combattere "fino alla fine" contro Kiev ma che non intende allargare il conflitto al resto d'Europa. "Siamo pronti al dialogo"

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 9 Feb. 2024 alle 10:11 Aggiornato il 9 Feb. 2024 alle 10:47

    Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha dichiarato che Mosca continuerà a combattere e a perseguire i propri interessi in Ucraina “fino alla fine” ma che non ha “alcun interesse” ad allargare la guerra ad altri Paesi in Europa come la Polonia o la Lettonia: se vogliono la pace, gli Usa farebbero meglio ad aprire al dialogo con il Cremlino, interrompendo le forniture di armi a Kiev mentre la Nato dovrebbe riconoscere le conquiste territoriali russe.

    Le condizioni del capo del Cremlino per porre fine all’invasione dell’Ucraina, iniziata da Mosca ormai quasi due anni fa, arrivano durante un’intervista pubblicata nella notte italiana ma rilasciata il 6 febbraio a Tucker Carlson, la prima concessa a un giornalista statunitense dall’inizio della guerra.

    Alla domanda se riuscisse a immaginare uno scenario in cui la Russia avrebbe invaso militarmente la Polonia, Paese membro della Nato, Putin ha risposto: “Solo in un caso, se la Polonia attacca la Russia”. “Ma perché dovremmo farlo?”, si è chiesto il presidente russo. “Non abbiamo alcun interesse in Polonia, Lettonia o altrove. Semplicemente non abbiamo alcun interesse”.

    Per quanto riguarda l’invasione dell’Ucraina, tuttora in corso, Putin ha dichiarato che la Russia ha solo “reagito” nel 2022 ma che la guerra era iniziata già nel 2014 quando, secondo il leader del Cremlino, fu Kiev a cominciare le ostilità (dopo l’annessione illegale della Crimea da parte di Mosca, ndr). Oggi però, la Russia è pronta al dialogo.

    I leader occidentali, ha detto Putin a Carlson, si sono resi conto che è impossibile infliggere una sconfitta strategica alla Russia e si chiedono cosa fare. “Siamo pronti al dialogo”, ha detto il presidente russo durante l’intervista durata due ore e disponibile in inglese su tuckercarlson.com.

    D’altronde, ha lamentato Putin, Russia e Ucraina erano sul punto di raggiungere un accordo per porre fine alle ostilità già durante i colloqui di Istanbul dell’aprile 2022 ma poi, secondo il leader del Cremlino, Kiev si è tirata indietro. “I piani erano quasi finalizzati ma Kiev li ha gettati all’aria e ha obbedito agli ordini dell’Occidente di combattere la Russia fino all’ultimo”.

    “Bene, ora lasciamo che pensino a come invertire la situazione”, ha detto il presidente russo. “Non siamo contrari. Sarebbe divertente se non fosse così triste. Questa mobilitazione infinita in Ucraina, l’isteria di massa, i problemi interni, prima o poi sfoceranno in un accordo”.

    Secondo il leader del Cremlino, gli Stati Uniti hanno urgenti questioni interne di cui preoccuparsi. “Non sarebbe meglio negoziare con la Russia? Fare un accordo? Comprendere già la situazione che si sta sviluppando oggi, rendendosi conto che la Russia combatterà per i suoi interessi fino alla fine”, ha aggiunto Putin, che ha anche aperto alla possibile liberazione del giornalista statunitense del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, detenuto dalle autorità russe da oltre un anno perché accusato di spionaggio. “Anche io voglio che ritorni nella sua patria” ma “a certe condizioni”.

    “La sconfitta della Russia in Ucraina è impossibile per definizione”, ha detto Putin, secondo cui la Nato “deve accettare le conquiste territoriali di Mosca”, che occupa il 20 per cento dell’Ucraina. “Voglio dire ai vertici degli Stati Uniti: se davvero volete che la guerra finisca, smettetela di fornire armi” a Kiev, ha aggiunto Putin, lanciando un messaggio al Congresso Usa, dove è in discussione una legge per fornire ulteriori aiuti all’Ucraina (e a Israele).

    Washington però, che dall’inizio dell’invasione ha inviato all’Ucraina più di 110 miliardi di dollari in aiuti economici e militari, ha sempre ribadito che non ha alcun interesse a sedersi al tavolo delle trattative alle condizioni di Putin, le cui dichiarazioni a Carlson seguono un colloquio telefonico annunciato ieri tra il presidente russo e quello cinese, Xi Jinping.

    “I leader di entrambi i Paesi comprendono bene che gli Stati Uniti stanno attuando una politica di doppio contenimento, nei confronti di Russia e Cina”, ha detto ieri alla stampa il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, riferendo della telefonata durata quasi un’ora tra Putin e Xi. “Mosca e Pechino si sostengono a vicenda su questioni chiave che riguardano i loro interessi”.

    Poche ore prima, anche la tv di stato cinese Cctv aveva riportato le parole del presidente Xi, che non avrebbe esplicitamente nominato gli Usa: “Le due parti dovrebbero collaborare a stretto contatto e in modo strategico (…), difendere le rispettive sovranità, sicurezza e interessi allo sviluppo e opporsi risolutamente all’ingerenza di forze esterne nei loro affari interni”. Un evidente richiamo, secondo molti analisti, agli Usa.

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