Nell’intera storia degli Stati Uniti, Washington ha conosciuto la pace per soli 23 anni. Dal 1776, in 241 anni di storia, le forze armate statunitensi sono state impegnate in conflitti dichiarati per 218 anni.
Ma qual è stato il conflitto più lungo mai combattuto dal paese nordamericano? Secondo alcuni, è l’attuale guerra in corso in Afghanistan, che dura da quasi 16 anni ormai. Per altri, il gradino più alto di questo tragico podio è occupato dall’intervento militare in Vietnam, avvenuto tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del Novecento.
Eppure nessuna di queste guerre è stata la più lunga mai combattuta dagli Stati Uniti. Anche se non tutti gli storici sono d’accordo sulle date di inizio e fine del conflitto, la guerra che ha impegnato più a lungo le forze armate statunitensi è stata quella contro la nazione Apache, avvenuta nella seconda metà dell’Ottocento.
La guerra contro gli Apache
L’esercito statunitense lanciò le prime operazioni militari contro gli Apache all’inizio degli anni Cinquanta del XIX secolo. Il conflitto durò, nella sua fase più cruenta, fino al 1886, con diversi episodi minori che impegnarono le forze armate di Washington fino al 1924.
Gli Apache sono una popolazione nativa americana che chiama se stessa “Dineh”. Originariamente divisa in otto gruppi principali, questa popolazione occupava le zone sud occidentali degli Stati Uniti ed era inizialmente nomade.
Questa bellicosa nazione nativa, dedita già dal Seicento a razzie e saccheggi ai danni di altri popoli della regione, entrò presto in conflitto con i coloni spagnoli prima e con quelli statunitensi poi.
A questo conflitto è indissolubilmente legata la figura di Geronimo, il capo nativo che impegnando le autorità statunitensi in guerra, divenne un personaggio leggendario e che scrisse anche diversi libri riguardo la lotta del proprio popolo.
Proprio in concomitanza con la resa di Geronimo e di altri capi Apache avvenuta nel 1886 si fa coincidere la fine del conflitto tra questa nazione nativa e il governo federale di Washington, facendone il conflitto più lungo mai combattuto dagli Stati Uniti.
Le Banana Wars
Eppure le forze armate statunitensi sono state impegnate in un altro conflitto durato a lungo, le cosiddette Banana Wars. Con questo nome gli storici indicano gli interventi militari da parte degli Stati Uniti in alcuni paesi dell’America Centrale e nei Caraibi tra la fine della guerra ispano-americana nel 1898 e il ritiro delle truppe statunitensi da Haiti, avvenuto nel 1934.
Con il trattato di pace di Parigi, la Spagna cedette infatti il controllo degli arcipelaghi di Cuba, Porto Rico e delle Filippine agli Stati Uniti.
In seguito, per rafforzare la propria presenza militare nell’area e stabilizzare i governi alleati, Washington condusse diverse operazioni a Cuba, a Panama, in Honduras, in Nicaragua, in Messico, a Haiti e nella Repubblica Dominicana.
Fu il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt a mettere fine a questi interventi militari proprio nel 1934. Anche questo conflitto, proprio come le guerre contro la nazione Apache, ebbe un forte impatto culturale, non solo sui paesi occupati ma anche nella società statunitense.
Durante le Banana Wars, dove fu impegnato in particolare il corpo dei Marines degli Stati Uniti, fu sviluppato il manuale The Strategy and Tactics of Small Wars pubblicato nel 1921 e aggiornato nel 1940, che è basato proprio sull’esperienza acquisita dalle forze armate statunitensi in quel conflitto.
Come si stabilisce la durata di una guerra?
A fronte degli almeno 36 anni, se non di più, in cui furono combattuti questi due conflitti, i quasi 16 anni della guerra in Afghanistan e il ventennio in cui gli Stati Uniti furono impegnati in Vietnam, sembrano un tempo limitato.
Eppure la divergenza di opinioni a riguardo di storici e giornalisti non è affatto banale. Contare gli anni di durata di un conflitto non è semplice quanto sembra. “Quanto è durata una guerra?” è una domanda che prevede una risposta complessa, che coinvolge diversi fattori.
Il primo fattore da considerare è la causa scatenante del conflitto. Quando è cominciata la guerra in Afghanistan? Il 7 ottobre gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali decisero di invadere il paese asiatico, appoggiando l’alleanza del Nord che contrastava il governo di Kabul guidato dai talebani.
Questa risposta prevede l’assunzione da parte del lettore del punto di vista occidentale. Per un residente dell’Afghanistan, la guerra nel suo paese è cominciata prima, almeno nel 1978, quando il paese si rivoltò contro il colpo di stato compiuto dal Partito democratico popolare dell’Afghanistan, una formazione di ispirazione marxista appoggiata dall’Unione Sovietica.
Il problema della datazione del conflitto riguarda anche però il termine delle ostilità. Per quanto riguarda la guerra contro la nazione Apache, gli storici statunitensi hanno scelto di porre convenzionalmente il 1886, la data della resa del capo Geronimo, come fine del conflitto. Ma episodi di violenza e guerriglia, non dissimili da quelli accaduti prima di questa data, continuarono fino al 1924.
Lo stesso conflitto in Iraq, iniziato con l’invasione statunitense del paese la mattina del 20 marzo del 2003, si concluse ufficialmente appena due mesi dopo, quando l’allora presidente George W. Bush, a bordo della portaerei Abraham Lincoln, annunciò la fine delle operazioni militari e dichiarò compiuta la missione.
Ma le ostilità nel paese mediorientale non sono ancora concluse e le forze armate statunitensi non hanno mai davvero abbandonato il paese dal 2003.
Un’altra questione da considerare riguarda poi la definizione dei confini, anche geografici, del conflitto. Cosa significa considerare la Reconquista spagnola della penisola iberica il conflitto più duraturo della storia?
È possibile considerare come un conflitto unico una serie di guerre, intervallate da rapporti diplomatici, anche di alleanza, tra diversi soggetti statali, alcuni vissuti in pieno alto medioevo e altri al principio del Rinascimento?
La Reconquista è cominciata nell’anno della battaglia di Covadonga, combattuta nel 722 tra i Visigoti delle Asturie e i conquistatori Omayyadi arabi e si è conclusa con la conquista dell’emirato islamico di Granada da parte della Castiglia e dell’Aragona nel 1492.
La convenzionalità delle date e dei punti di vista assunti da chi ricorda, ricerca e racconta i conflitti riguarda quindi il consenso che queste scelte trovano tra gli accademici e, in seguito, tra il pubblico.