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    Mercenari, riconoscimento facciale e recinzioni hi-tech: il piano di un’azienda Usa per privatizzare la distribuzione degli aiuti a Gaza

    Credit: AGF

    L'iniziativa è stata proposta al governo Netanyahu e avrebbe già ricevuto l'appoggio della Casa bianca

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 24 Ott. 2024 alle 14:31

    “Bolle umanitarie” circondate da recinzioni di sicurezza, a cui possono accedere con il riconoscimento biometrico solo i residenti palestinesi, gestite da una società privata fondata da ex funzionari dell’intelligence Usa e israeliana. È il piano che, secondo le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, è stato proposto al governo Netanyahu per distribuire gli aiuti nella Striscia di Gaza.

    L’azienda coinvolta è la statunitense GDC, attiva in un centinaio di Paesi e che ha già operato anche nei teatri di guerra in Afghanistan, Iraq e Ucraina, dove impiega oltre 14 mila persone, tra cui ex combattenti delle forze speciali degli Stati Uniti e britanniche, nonché veterani delle milizie curde.

    La società, come denunciato per primo dal giornalista israeliano Shlomi Eldar, è diretta dall’imprenditore israeliano-statunitense Moti Kahana, che ha già collaborato con l’intelligence di Tel Aviv subito dopo lo scoppio della guerra in Siria, contribuendo a rifornire le milizie ribelli che combattono contro il regime di Bashar al-Assad.

    La GDC, secondo Yedioth Ahronoth,, avrebbe proposto a Israele di creare delle “bolle umanitarie” a Gaza per distribuire gli aiuti alla popolazione in sicurezza. Il piano riservato, secondo il quotidiano israeliano, prevede che l’Idf
    “ripulisca” queste aree dai gruppi terroristici e che poi eriga, entro 48 ore, un “muro di separazione” con il resto della Striscia.

    Questi complessi fortificati, dovranno quindi essere sorvegliati e gestiti dal personale dell’azienda statunitense. L’ingresso sarà vietato ad eccezione dei residenti del quartiere, che potranno accedervi solo tramite il riconoscimento biometrico. L’azienda impiegherà inoltre ex combattenti per proteggere i convogli di aiuti che entreranno in ciascuna di queste “bolle umanitarie” per impedire furti e saccheggi.

    Il progetto, secondo le indiscrezioni raccolte dal giornalista statunitense Dan Cohen, sarebbe già stato “approvato dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e prevederebbe anche lo stanziamento di 90 milioni di dollari per la ricostruzione nei quartieri coinvolti. Inoltre, l’iniziativa consentirà la nomina di uno “sceicco locale” come “capo del consiglio” di governo di ciascuna “bolla umanitaria” creata nella Striscia.

    L’amministrazione Biden, secondo Dan Cohen, avrebbe persino approvato l’impiego “di 1.000 mercenari privati addestrati dalla Cia” per applicare il piano che, se approvato, potrà essere operativo nel giro di un mese, cominciando dalle aree settentrionali della Striscia, dove da 20 giorni è in corso una nuova offensiva militare israeliana, che secondo il governo locale controllato da Hamas ha provocato oltre 770 morti e più di 1.000 feriti.

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