“Noi, cittadine e cittadini israeliani residenti in Israele e all’estero, chiediamo alla comunità internazionale – alle Nazioni Unite e alle sue istituzioni, agli Stati Uniti, all’Unione Europea, alla Lega degli Stati Arabi e a tutti gli Stati del mondo – di intervenire immediatamente applicando nei confronti di Israele ogni possibile sanzione al fine di raggiungere un immediato cessate il fuoco tra Israele e i suoi vicini per garantire il futuro dei popoli che vivono in Israele/Palestina e nella regione e il loro diritto alla sicurezza e alla vita”. Esordisce così una lettera aperta firmata da più di 3.300 israeliani e divulgata negli ultimi giorni su alcune testate internazionali, che chiede sanzioni contro lo Stato ebraico per arrivare a una tregua a Gaza, in Libano e in tutto il Medio Oriente.
“Molti di noi sono militanti che operano da tempo contro l’occupazione, per la pace e la comune esistenza su questa terra. Motivati dall’amore per il nostro paese e per i suoi abitanti, siamo oggi estremamente preoccupati per il futuro”, spiegano i firmatari. “Siamo rimasti inorriditi dai crimini di guerra commessi da Hamas e da altre organizzazioni il 7 ottobre, e siamo spaventati dagli innumerevoli crimini di guerra che Israele sta commettendo. Purtroppo, la maggioranza degli israeliani sostiene la continuazione della guerra, per cui un cambiamento dall’interno non sembra attualmente possibile. Lo Stato di Israele sta percorrendo una strada suicida e semina distruzione e devastazione che aumentano di giorno in giorno”.
“Ogni giorno di guerra che passa allontana ulteriormente ogni possibile orizzonte per un accordo regionale di riconciliazione, per un futuro in cui gli ebrei israeliani possano vivere in sicurezza in questo luogo. Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà lunghi processi, ma i continui massacri e le distruzioni devono essere fermati immediatamente!”, è l’appello degli oltre 3.300 cittadini israeliani favorevoli alla pace.
“La mancanza di un’effettiva pressione internazionale, la continuazione delle spedizioni di armi a Israele, il mantenimento dei partenariati economici e di sicurezza, delle collaborazioni scientifiche e culturali, portano la maggior parte degli israeliani a credere che le politiche del loro governo godano del sostegno internazionale”, sottolineano i firmatari. “I leader di molti Paesi s’indignano e condannano Israele, ma queste condanne non sono supportate da azioni concrete. Siamo stufi di parole vuote e senza conseguenze”.
“Per il nostro futuro e per quello di tutti gli abitanti di Israele/Palestina e dei Paesi della regione, vi imploriamo: salvateci da noi stessi!”, conclude la lettera. “Esercitate una reale e forte pressione internazionale su Israele per un immediato e duraturo cessate il fuoco”.
Dai brutali attentati di Hamas e della Jihad Islamica del 7 ottobre 2023 in Israele, costati la vita a oltre 1.100 persone e la libertà a 251 ostaggi, almeno 43.061 persone sono state uccise e 101.223 sono rimaste ferite nella sola Striscia di Gaza, mentre almeno 2.710 morti e 12.592 feriti sono stati registrati in Libano, cifre a cui si aggiungono almeno 776 morti tra i militari israeliani nelle invasioni del territorio costiero palestinese e del Paese arabo.