Guerra in Ucraina, Zelensky chiede di incontrare Putin: “Se negoziati falliranno sarà la Terza guerra mondiale”
Volodimir Zelensky, ha ribadito oggi di essere pronto a negoziare con Vladimir Putin, ma ha avvertito che se i tentativi di negoziato fallissero, lo scontro tra i due paesi porterebbe a “una terza guerra mondiale”.
“Sono pronto a trattare con lui. Ero pronto negli ultimi due anni. E penso che senza negoziati non possiamo porre fine a questa guerra”, ha detto il presidente ucraino in un’intervista alla Cnn. “Se c’è solo l’1% di possibilità per noi di fermare questa guerra, penso che dobbiamo coglierla. Dobbiamo farlo”.
“Non posso parlarvi del risultato di questi negoziati; stiamo perdendo persone ogni giorno, persone innocenti sul campo. Le forze russe sono venute per sterminarci, per ucciderci. E abbiamo dimostrato la dignità del nostro popolo, e del nostro esercito, siamo in grado di assestare un colpo potente, siamo in grado di contrattaccare”, ha sottolineato. “Ma sfortunatamente, la nostra dignità non conserverà le loro vite. Dobbiamo usare qualsiasi formato, qualsiasi possibilità, per avere la possibilità di negoziare la possibilità di parlare con Putin. Ma se questi tentativi falliranno, significherebbe che questa è una terza guerra mondiale”.
Zelensky ha anche avvertito che, nonostante l’apertura alla diplomazia, ci sono “compromessi” che l’Ucraina non è disposta a fare “come stato indipendente”. Il presidente ucraino ha risposto così alla domanda del conduttore Fareed Zakaria riguardo le richieste di Mosca per fermare la guerra, ossia il riconoscimento della Crimea come parte della Russia, dell’indipendenza delle repubbliche nel Donbass e la garanzia che l’Ucraina non farà mai parte della Nato. “Ogni compromesso relativo alla nostra integrità territoriale e sovranità è stato chiarito dal popolo ucraino”, ha aggiunto. “I soldati russi non sono stati salutati con mazzi di fiori, sono stati accolti con il coraggio, con gente che imbracciava le armi”.
Zelensky ha detto che la Russia “non può ottenere con la forza il favore dei cittadini di un altro paese”. “Non puoi costringere il presidente di un altro paese a concedere tutto con la forza”, ha concluso.