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    Quali sono le reali intenzioni di Putin in Ucraina? L’analisi del NYT: “Con il pretesto di un’invasione, il presidente russo sta compiendo un’enorme rapina”

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 31 Mar. 2022 alle 11:26 Aggiornato il 7 Apr. 2022 alle 19:00

    E se l’invasione di Putin dell’Ucraina fosse solo un piano per accaparrarsi le ricchezze energetiche dell’est del Paese? Questa la tesi lanciata dal New York Times che rovescerebbe le analisi occidentali secondo cui il presidente russo avrebbe sbagliato tutti i suoi calcoli, offrendo una chiave di lettura inedita sulle reali ambizioni dello zar di Mosca.

    Finora Mosca sembra non aver centrato nessuno dei suoi obiettivi strategici: anziché essere accolte le sue truppe sono state respinte dagli ucraini russofoni, il presidente Volodymyr Zelensky è rimasto al suo posto e invece di dividersi la Nato si è mostrata più compatta che mai, mentre la Cina è rimasta cautamente in disparte guardandosi bene dal correre in soccorso della Russia, la cui economia ha dimostrato di non essere così ‘a prova di sanzioni’ come previsto.

    Questi errori di calcolo hanno sollevato diversi interrogativi sul giudizio strategico di Putin, fino ad innescare dubbi sull’effettivo stato di salute mentale del presidente russo. Diversi analisti ora paragonano Putin a un topo messo alle strette che non ha più il controllo degli eventi e cerca una via sicura per uscire dalla situazione che avrebbe creato lui stesso. Questa saggezza convenzionale, scrive il NYT, ha il vantaggio di giustificare la strategia occidentale di sostenere l’Ucraina in modo difensivo, tendendo alla conclusione che Putin ora voglia solo trovare una via d’uscita per salvare la faccia. Ma se fosse la saggezza convenzionale a essere sbagliata, se l’Occidente fosse finito ancora una volta nelle mani di Putin?

    “Supponiamo per un momento che Putin non abbia mai avuto intenzione di conquistare l’intera Ucraina, che, fin dall’inizio, i suoi reali obiettivi erano le ricchezze energetiche dell’est dell’Ucraina, dove si trovano le riserve di gas naturali più grandi d’Europa dopo quelle norvegesi. unendo questi elementi alle precedenti occupazioni territoriali della Russia in Crimea (che ha enormi giacimenti energetici offshore) e nelle province orientali di Luhansk e Donetsk (che contengono parte di un enorme giacimento di gas di scisto).  Improvvisamente le ambizioni di Putin diventano chiare: è più interessato a garantire il dominio energetico della Russia che a riunire il mondo russofono.

    Come afferma l’esperto di energia canadese David Knight Legg, “Con il pretesto di un’invasione, Putin sta compiendo un’enorme rapina”. Se quest’analisi si rivelasse giusta, allora Putin non sarebbe più il perdente calcolatore descritto dai suoi critici e anche la sua strategia di prendere di mira i civili assumerebbe un senso; non tanto per compensare l’incompetenza delle truppe russe, quanto per mettere pressione a Zelensky e ottenere quello che il presidente russo ha sempre chiesto: concessioni territoriali e la neutralità dell’Ucraina.

    Oltretutto Putin ha già conseguito i suoi obiettivi politici in Russia, mandando in esilio autoimposto molti dissidenti della classe media come Aleksei Navalny, eliminando ciò che restava della stampa libera e epurando dall’alto i nomi più ingombranti dell’esercito russo. Le nuove ricchezze energetiche permetterebbero infine al Paese di liberarsi dalla morsa delle sanzioni occidentali. L’analisi alternativa del NYT potrebbe rivelarsi sbagliata, ma come accade spesso col nemico in guerra, Putin potrebbe rivelarsi ancora una volta più una volpe astuta che un pazzo folle.

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