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    Guerra in Ucraina, oggi quarto round di negoziati a Istanbul: ecco i punti previsti dalla bozza di accordo

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 29 Mar. 2022 alle 11:09 Aggiornato il 29 Mar. 2022 alle 11:17

    Guerra in Ucraina, negoziati oggi a Istanbul: i punti del possibile accordo

    È in corso oggi a Istanbul il quarto round di negoziati diretti tra Russia e Ucraina. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ieri ha annunciato che prevede un buon esito dall’incontro, ma secondo diverse indiscrezioni la Russia starebbe solo cercando di prendere tempo per riorganizzare le sue truppe e lanciare una nuova offensiva. Stando a quanto riporta il Financial Times invece, ci sarebbero dei nuovi punti di accordo sul tavolo, lasciando pensare che qualcosa di importante si starebbe effettivamente muovendo.

    Secondo quattro fonti informate sui colloqui citate dal quotidiano economico britannico, in vista dell’incontro di oggi è stata preparata una bozza di accordo per un cessate il fuoco, in cui la Russia sarebbe disposta a lasciar cadere tre delle richieste chiave poste all’inizio della guerra, a partire dalla pretestuosa ‘denazificazione’ dell’Ucraina.

    Mosca sarebbe inoltre pronta a concedere all’Ucraina l’ingesso nell’UE, in cambio del definitivo abbandono del progetto di entrare nella Nato – compromesso che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è già detto pronto ad accettare. In cambio, otterrebbe “garanzie di sicurezza” dalla stessa Russia e da una serie di Paesi, soprattutto occidentali: Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Canada, Francia, Germania, Italia, Polonia, Israele, Turchia e Cina. Secondo fonti ucraine queste garanzie sarebbero simili a quelle dell’articolo 5 della Nato – dato che se confermato rappresenterebbe un punto di svolta fondamentale nel conflitto. Nel caso di nuovo attacco russo infatti, scatterebbe automaticamente la difesa dell’Ucraina da parte dell’Occidente.

    La bozza conterrebbe inoltre uno dei punti critici principali: il riconoscimento da parte dell’Ucraina del controllo russo sulla Crimea – annessa illegalmente nel 2014 – e delle repubbliche separatiste di Luhansk e Donestk, nel Donbass. Per Zelensky l’obiettivo principale dei negoziati di oggi è quello di riportare la pace in Ucraina “al più presto” ma ha anche affermato che non accetterà di “fare a pezzi” il suo Paese. Tuttavia nei giorni scorsi il leader ha lanciato dei segnali ai suoi nemici: “Tornate al punto di partenza e poi cercheremo di risolvere il problema del Donbass”, ha dichiarato, proprio in riferimento a Crimea e repubbliche separatiste. Se al termine dei negoziati il cessate il fuoco tenesse, seguirebbe un incontro tra i due ministri degli Esteri e poi quello tra Putin e Zelensky, che affronterebbero finalmente le questioni territoriali e quello delle garanzie per i russofoni.

    Diversi osservatori sostengono che la Russia avrebbe rinunciato ad occupare l’intero territorio ucraino e sarebbe più interessata a tagliare in due il Paese. Allo stesso tempo gli ufficiali di Kiev sembrano scettici rispetto alle promesse di Mosca sostenendo che “cambia opinione quasi ogni giorno” e temono che invochi la pace per guadagnare tempo e riorganizzarsi sul campo dopo un durissimo mese di combattimenti.

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