Nel pomeriggio di mercoledì 9 marzo un attacco aereo russo ha distrutto quasi totalmente i reparti di pediatria e maternità di un nosocomio a Mariupol, città portuale dell’Ucraina sulla costa settentrionale del mar d’Azov bombardata pesantemente dall’esercito della Russia negli ultimi giorni. Secondo le autorità ucraine locali ci sarebbero almeno 17 persone ferite, ma le attività di soccorso e ricerca di eventuali altri sopravvissuti sono ancora in corso.
Le fotografie e i video dall’area dell’ospedale mostrano un grande livello di distruzione.
Ormai da giorni Mariupol viene bombardata costantemente dall’esercito russo, venendo meno al rispetto di diversi cessate il fuoco concordati con l’Ucraina e all’istituzione di “corridoi umanitari” per consentire ai civili di abbandonare la città.
Mariupol è un obiettivo fondamentale per la Russia: la sua conquista consentirebbe all’esercito russo di congiungere le aree occupate della Crimea, e di parte del sud dell’Ucraina, con le zone già sotto controllo del Donbass, la regione in cui si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, territori formalmente ucraini che da anni sono gestiti dai separatisti appoggiati dalla Russia.
Una fosse comune è stata scavata a Mariupol, in Ucraina, per far fronte alle numerosissime vittime che rendono impossibile seppellire i cadaveri normalmente. Lo riporta la Bbc. La città portuale, da giorni sotto bombardamenti russi, conterebbe già almeno 1.170 civili morti dall’inizio dell’invasione, stando ai dati forniti dal vice sindaco.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha accusato l’Ucraina di aver insediato posizioni di combattimento all’interno dello stesso ospedale durante il suo regolare briefing, a circa due ore dall’attacco. Lo riferisce la Cnn online, Zakharova ha affermato che “a Mariupol, i battaglioni nazionali ucraini, dopo aver espulso il personale e i pazienti dall’ospedale , di maternità vi hanno stabilito posizioni di combattimento”. Ma video girati nell’ospedale dopo l’attacco mostrano che nel nosocomio c’erano pazienti e personale, comprese donne in gravidanza.