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    Guerra a Gaza, processo a L’Aja: la Corte ordina a Israele di “prevenire atti di genocidio” contro i palestinesi

    Il Tribunale Internazionale dell’Onu ha definito "plausibili" alcune delle istanze presentate dal Sudafrica, che accusa Tel Aviv del genocidio dei palestinesi nella Striscia. Ma non ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 26 Gen. 2024 alle 13:59 Aggiornato il 29 Gen. 2024 alle 21:10

    La Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato a Israele di “adottare tutte le misure in suo potere per prevenire atti di genocidio” dei palestinesi e di migliorare la situazione umanitaria a Gaza durante il processo cominciato l’11 gennaio a L’Aja su istanza del Sudafrica. Ma non ha obbligato Tel Aviv a un cessate il fuoco nella Striscia.

    L’ordinanza è stata emessa oggi dal Tribunale dell’Onu, definendo “plausibili” alcune delle istanze presentate da Pretoria che, dopo aver accusato a dicembre lo Stato ebraico di violare la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, aveva chiesto “misure urgenti” per obbligare Tel Aviv a fermare il conflitto iniziato il 7 ottobre scorso.

    Israele, che ha firmato la Convenzione del 1948, avrebbe violato – secondo l’accusa – diversi articoli del Trattato durante la guerra a Gaza, tra cui “genocidio”, “incitamento al genocidio”, “tentativo di genocidio” e “incapacità di punire l’istigazione al genocidio”. Tutti addebiti respinti al mittente dallo Stato ebraico. La Corte non si è pronunciata oggi sulla materia del giudizio ma solo sulle “misure urgenti” richieste dal Sudafrica per fermare il conflitto.

    Cosa è stato deciso
    Il Tribunale ha innanzitutto respinto la richiesta di Israele di rigettare l’istanza presentata dal Sudafrica, dichiarando di avere giurisdizione per pronunciarsi sulla questione. “La Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso”, ha detto la presidente della Corte, Joan E. Donoghue.

    In secondo luogo, secondo la Corte, alcune accuse mosse dal Sudafrica contro Israele potrebbero rientrare nelle disposizioni della Convenzione sul genocidio. “Almeno alcuni atti sembrano poter rientrare nella convenzione sul genocidio”, ha aggiutno la giudice. Questo vuol dire che il processo continuerà.

    In più, i magistrati hanno riconosciuto il diritto dei palestinesi ad essere protetti da atti di genocidio. “I palestinesi sembrano costituire un gruppo protetto ai sensi della Convenzione sul genocidio”, ha continuato Donoghue.

    I giudici hanno riconosciuto “plausibili” alcune delle istanze presentate dal Sudafrica. “Esiste un collegamento tra i diritti rivendicati dal Sud Africa che la Corte ha ritenuto plausibili e almeno alcune delle misure provvisorie richieste”, ha detto Donoghue.

    Infine il Tribunale ha ordinato a Israele di “adottare tutte le misure in suo potere per prevenire” il genocidio dei palestinesi e di punire l’incitamento diretto al genocidio di questo popolo. Lo Stato ebraico garantire “con effetto immediato” che le sue forze non commettano nessuno degli atti criminali previsti dalla Convenzione sul genocidio e assicurare anche la conservazione delle prove del presunto genocidio. Donoghue ha inoltre ordinato a Israele di presentarsi davanti alla Corte entro un mese.

    Intanto, anche oggi continuano i combattimenti e il bilancio delle vittime dal 7 ottobre scorso a oggi ha superato i 26mila morti. Secondo le autorità sanitarie della Striscia, controllata da Hamas, almeno 26.083 persone sono rimaste uccise e 64.487 sono state ferite dall’inizio delle ostilità. Soltanto nelle ultime 24 ore sono state uccise almeno 183 persone e 377 sono rimaste ferite.

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