L’accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali sul pacchetto di aiuti in cambio di riforme per salvare i conti pubblici del paese ellenico è più vicino. La prossima riunione straordinaria dei ministri delle Finanze della zona euro sarà il 9 maggio.
“Il capo dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha informato il ministro greco delle Finanze, Eucleide Tsakalotos, che la riunione avrà luogo il 9 maggio”, ha scritto il governo in un comunicato, confermando che la trattativa è ripresa dopo le tensioni dei giorni scorsi.
L’accordo dovrebbe essere raggiunto prima del prossimo Eurogruppo: “Siamo sicuri al 99 per cento, abbiamo trovato l’intesa sulla maggior parte degli aspetti”, ha fatto sapere il commissario dell’Unione europea per gli Affari economici Pierre Moscovici.
La Grecia finora ha ricevuto una sola tranche del terzo pacchetto di aiuti, varato lo scorso agosto. La seconda era attesa per fine 2015, dopo che le istituzioni avessero completato la ‘prima revisione’ del programma, per valutare se le riforme fatte rispettano la scaletta dettata dal Memorandum.
Ma la revisione è stata rinviata di mese in mese, e non è ancora completata, perché Atene sarebbe in ritardo con il pacchetto di riforme, che tra l’altro prevede una dura riforma del sistema pensionistico, una riforma del sistema bancario e una serie di privatizzazioni.
Una condizione che renderà difficile raggiungere gli obiettivi di bilancio prefissati del 3 per cento del Pil e che i creditori non sono disposti a rivedere.
Per questo le istituzioni vorrebbero vincolare Atene a delle clausole di salvaguardia che prevedono ulteriori misure di austerity del valore di tre miliardi di euro.
Il governo greco si è rifiutato di approvare una legge che attivi automaticamente il meccanismo nel caso in sui non vengano raggiunti gli obiettivi di bilancio e aveva bloccato nei giorni scorsi la trattativa.
Il Fondo monetario internazionale, tuttavia, non è ancora entrato nel terzo salvataggio, perché non è convinto che funzionerà. In particolare ritiene che sia necessario un intervento di alleggerimento del debito pubblico, ipotesi finora esclusa dai partner europei.
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