Il governo scozzese sta discutendo sull’ipotesi di inserire nel sistema giuridico scozzese il “diritto al cibo”. La proposta era contenuta in uno studio sulla povertà condotto da una commissione di indagine su iniziativa dello stesso governo.
Sebbene inserire questo diritto nel sistema giuridico non risolverebbe naturalmente il problema della povertà, avrebbe se non altro l’importante conseguenza di imporre al governo e alle istituzioni il dovere di assicurare a ogni cittadino l’accesso sicuro ai beni alimentari.
“Il governo scozzese dovrebbe iniziare a implementare politiche pubbliche e a riservare risorse per finanziare questo obiettivo, nel limite dei poteri concessi all’iniziativa legislativa”, si legge nel documento.
Secondo un rapporto del governo scozzese del 2015, nel paese più di mezzo milione di cittadini, inclusi 100mila bambini, vivono in condizioni di estrema povertà.
Il problema dell’indigenza in Scozia si è aggravato negli ultimi anni: sebbene la povertà relativa sia diminuita dal 2000 a oggi, coloro che sono rimasti sotto la soglia di povertà hanno visto le loro condizioni di vita peggiorare.
“Il governo deve essere chiaro: nessuno dovrebbe affidarsi ai programmi di assistenza e carità per avere da mangiare in una nazione prospera come la Scozia”, ha sottolineato il ministro per la lotta alle disuguaglianze Angela Constance.