Perché il premier russo Medvedev e il governo hanno rassegnato le dimissioni
Il premier russo Dmitri Medvedev e il suo governo hanno rassegnato oggi le dimissioni. La notizia, riportata dai media russi, è arrivata dopo il discorso annuale del presidente Vladimir Putin alla nazione, di fronte alle Camere riunite. Durante il discorso, Putin ha annunciato una riforma costituzionale che punta ad aumentare i poteri del primo ministro e dei membri del governo in Russia. Ma perché Medvedev ha rassegnato le dimissioni insieme al suo governo?
Dimissioni governo Russia: ecco le ragioni della scelta di Medvedev
Parlando con Putin, il premier dimissionario ha detto che “ritiene giusto, sulla scia delle proposte di modifica della costituzione, che il governo rassegni le dimissioni”.
“Dopo l’adozione di tali emendamenti (e si è detto che è probabile che ciò avvenga dopo un dibattito) si avranno cambiamenti significativi non solo in una varietà di articoli costituzionali, ma nell’equilibrio del potere, in particolare in quello esecutivo, legislativo e rami del potere giudiziario”, ha detto il primo ministro, secondo quanto riporta l’agenzia Tass.
“In questo contesto, è evidente che noi, in quanto governo della Federazione Russa, dovremmo offrire al presidente del nostro Paese l’opportunità di prendere tutte le decisioni necessarie in queste condizioni. Credo sia giusto che il governo della Federazione Russa si dimetta in conformità con l’articolo 117 della Costituzione russa”, ha aggiunto Medvedev.
Putin ha ringraziato Medvedev per il suo servizio, ma ha anche sottolineato che il governo non ha raggiunto tutti gli obiettivi per cui era nato.
“Da parte mia – ha detto Putin nel corso di una riunione del Consiglio dei ministri – voglio anche ringraziarvi per tutto ciò che è stato fatto in questa fase del nostro lavoro congiunto, voglio esprimere soddisfazione per i risultati che sono stati ottenuti”. Il presidente russo ha poi precisato che “non tutto è stato fatto, ma non tutto riesce sempre in modo completo”.
Putin ha annunciato di voler creare la carica di vice capo del Consiglio di Sicurezza russo e assegnarla a Dmitri Medvedev.
“Ritengo che sia possibile, e me ne occuperò nei prossimi giorni, introdurre la carica di vice capo del Consiglio di Sicurezza. Come noto, il presidente è il capo del Consiglio di Sicurezza”, ha detto il presidente, citato dalla Tass. Putin ha quindi aggiunto che “Dmitri” Medvedev “si è sempre occupato di questi temi” come “il rafforzamento delle capacità difensive e della sicurezza”.
Medvedev, molto vicino al presidente Putin, ha ricoperto l’incarico di primo ministro dal 2012. Dal 2008 al 2012 è stato Presidente della Federazione Russa. Manterrà comunque il suo incarico finché non si sarà formato un nuovo governo.
Cosa prevede la riforma costituzionale
Durante il suo discorso alla nazione, Putin ha sottolineato che la Russia “non ha bisogno” di una nuova costituzione, poiché il suo potenziale “è ancora attuale”, ma è possibile procedere ad alcune modifiche per “bilanciare” meglio i poteri dello Stato.
Tra le modifiche suggerite, il vincolo per il presidente “a non più di due mandati”, il divieto per gli alti funzionari ad avere “altri passaporti” oltre a quello russo, e la concessione alla Duma del potere di nominare il premier, i vice premier e i ministri. La riforma dovrà essere poi essere sottoposto a referendum.
Putin ha aggiunto che la Russia dovrebbe comunque mantenere un forte sistema presidenziale e il capo dello Stato deve continuare ad avere il potere di rimuovere il premier e i ministri. La Costituzione russa non permette più di due mandati presidenziali consecutivi e nel 2024 Putin dovrà quindi lasciare la poltrona di capo dello Stato.
La proposta di riforma costituzionale è un modo attraverso cui Putin potrà ritagliarsi un nuovo ruolo di potere in vista della fine del suo mandato presidenziale.